Il Prof. Antonio Macrì, Ordinario di Chirurgia Generale e Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale del nostro Ateneo e dell’Unità Operativa di Chirurgia del Peritoneo e del Retroperitoneo dell’AOU “G. Martino”, è stato eletto, primo docente Unime ed uno dei pochissimi meridionali, Presidente Nazionale della Società Italiana di Chirurgia Oncologica (SICO).

La SICO, fondata nel 1976, molto attiva in campo scientifico, così come dimostrato dalle numerose pubblicazioni edite  sulle più prestigiose riviste del settore e frutto di studi multicentrici, raggruppa tutti i chirurghi oncologi italiani ed è associata alla European Society of Surgical Oncology (ESSO); la valenza scientifica è comprovata dal fatto che è una delle pochissime Società che, per poter accedere alle cariche societarie, ha posto dei criteri molto rigidi relativi all’attività di ricerca dei candidati, comprovati dal valore dell’H-index raggiunto. La SICO, inoltre, collabora con le principali associazioni (AIOM – Associazione Italiana Oncologi Medici, AIRO – Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologica Clinica), impegnate nella cura dei tumori, per definire, in sinergia con il Ministero della Salute e con l’Istituto Superiore di Sanità, le linee guida del trattamento del cancro in Italia. Molto attiva anche la collaborazione con la Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), al fine di migliorare l’umanizzazione delle cure del paziente oncologico. È davvero un onore, ha dichiarato il Prof. Macrì, aver ricevuto questo prestigioso mandato da tutti i chirurghi oncologi italiani, che hanno riconosciuto che anche al sud possono esistere importanti realtà nell’ambito dell’oncologia, quasi sempre considerata appannaggio delle regioni del centro-nord. Uno dei principali obiettivi del mio mandato sarà, oltre ovviamente l’ulteriore sviluppo a livello internazionale della Società e l’intensificazione degli studi multicentrici e dei rapporti con le altre Società, quello di far crescere il più possibile la SICO anche alle nostre latitudini, cercando soprattutto di far diffondere il concetto dell’elevata specializzazione, caratteristica ormai imprescindibile nel trattamento dei tumori, la cui incidenza è destinata ad aumentare in maniera esponenziale da qui al 2030.

 

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