di Cosimo Sframeli

 

Nella giornata mondiale contro il cancro, un appuntamento importante “la memoria e l’impegno”, nonché la speranza in nome di Lilia Gaeta, insuperabile magistrato che da qualche mese è andata avanti, precedendoci in quell’angolo di cielo riservato agli “eroi” del quotidiano.

Per lunghi diciotto anni ha convissuto con la malattia che ha affrontato col sorriso senza mai abbandonarsi a ogni forma di disperazione, senza mai perdere di vista gli obiettivi della vita, di moglie e di mamma, nonché di giudice e di “cittadina attiva” .

La manifestazione, abilmente organizzata e condotta dalla Professoressa Anna Maria Stanganelli, Garante regionale della salute, ha avuto luogo nella sala polifunzionale “Colonnello Cosimo Fazio” della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria. Presenti le autorità cittadine amalgamate con gli Ufficiali, i Sottufficiali, gli allievi carabinieri; c’erano i medici che avevano avuto in cura Lilia, l’Orchestra Giovanile dello Stretto “G. Leotta”, diretta dal maestro Monorchio, e poi gli insegnanti con gli studenti, i giornalisti e tanta gente partecipe per amore di lei.

Significativi gli interventi del Procuratore Generale Gerardo Dominijanni, del Colonnello Vittorio Carrara, del Sindaco f.f. Paolo Brunetti, il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, il Consigliere metropolitano Giuseppe Giordano, il Prefetto Massimo Mariani, il Procuratore Giovanni Bombardieri, il Presidente Maria Grazia Arena, il Presidente f.f. della Corte d’Appello Bruno Muscolo, il Presidente del “Nastro Verde” Cosimo Sframeli, il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza regionale Antonio Marziale, il giovane paziente oncologico Giuseppe Perri, la Preside del Galilei-Pascoli Lucia Zavettieri, Oncoematologia pediatrica del GOM Rosalba Mandaglio, il direttore dell’U.O. di Radiologia oncologica del GOM Said Al Sayad, il Commissario Scaffidi, la Presidente dell’Associazione “Grace” Lilia Papisca, il medico Giuseppina Silvia Putortì, i giornalisti Consolato Minniti e Giusva Branca, nonché Cristina Cortese. In collegamento video, il Ministro della Salute Orazio Schillaci. Il Presidente Luciano Gerardis con le figlie Enrica ed Elisa, a testimoniare la fede e la speranza.

Lilia Gaeta, con amore, determinazione ed equilibrio ha saputo amministrare la Giustizia. Possedeva uno speciale modo di confrontarsi nel contesto sociale e civile, pronta ad arricchirlo e ad arricchirsi con la cultura, la sensibilità, le idee. Autentica nobildonna.

Un magistrato che visse periodi storici emergenziali, quando la ’ndrangheta era più forte che mai e la sua forza intimidatoria era tanto diffusa da consentire ai latitanti di circolare liberamente e frequentare locali pubblici, senza che nessuno osasse parlare. «Sembrava di essere in un mondo a parte, lontanissimo dal resto d’Italia». Parole di Rosalia Gaeta, Giudice del Tribunale di Locri negli anni ’80.

Il procedimento penale “Ruga+78”, per il quale si pronunciò il Tribunale di Locri il primo marzo 1985, costituì la prima applicazioni dell’art. 416 bis c.p. (la fase istruttoria del processo era iniziata qualche mese dopo l’entrata in vigore della nuova norma). Il Collegio giudicante era formato dai giudici Francesco Frammartino (Presidente), Rosalia Gaeta e Salvatore Rizza (a latere), con Ezio Arcadi, Pubblico Ministero.

Grazie anche alla dottoressa Rosalia Gaeta, i processi celebrati a Locri negli anni ’80 illuminarono e misero a nudo le strateglie della ‘ndrangheta, mostrando la via giudiziaria vincente.

Lilia rappresenta le donne e gli uomini che ogni giorno sopportano sofferenze, dolori, privazioni, sacrifici; simboleggia il cuore dei nostri morti di cancro, strappatici dall’affetto, come Mirella.

In questo percorso, Lilia ci insegna che quando con generosità si perde la vita c’è qualcosa di più grande che fa spazioso il cuore, espressione massima dell’esistenza stessa senza la quale sarebbe un cumulo di disperazione e di solamente morte. Ella ci invita ad essere generosi, ci invita a donarci per tutti. Così che in questa azione del servire ci sia anche il privilegio di morire. E’ in questa prospettiva di vita, Lilia Gaeta ci invita a una profonda riflessione, che non può né deve ristagnare nelle acque morte e paludose dell’oblìo codardo. Il dono non è un circolo, ma una retta. Infatti, mentre il circolo è l’immagine dell’utile, il dono, di contro, riferito al dono di sé, è il non ritorno, che è figura dell’impossibile, stando alla ragione.

Ed è stata la generosità, che annichila la coscienza che rende vili, a illuminare in segreto libertà di Lilia Gaeta.

 

Cosimo Sframeli