In campagna elettorale, alla domanda su quali fossero le qualità politiche della Santelli, molti suoi candidati risposero: che è femmina, e sarà (i voti li avevano già impacchettati da mesi) il primo governatore femmina della Calabria!
Del resto sappiamo tutti quanto, in Forza Italia, il “genere” sia importante, anche se quello del Cavaliere è un livello di politica che poco ha in comune con la Calabria: dei costosi bunga bunga di Arcore da noi giusto qualche tarantella, nduja e carne di capra, tra carenza di lavoro, disastri ambientali e malasanità.
Ma la Santelli si diverte lo stesso e, dopo essersi insediata, non ha fatto pesare il genere né l’appartenenza partitica, adeguandosi meticolosamente alla linea tracciata dal suo predecessore, il silano Mario Oliverio (meglio conosciuto come Palla Palla). Una perfetta continuità politica tra le due gestioni, non fosse per qualche nome che necessariamente è dovuto cambiare (ma non tantissimi).
Dunque, oggi, in cosa differisce la Calabria di destra dalla Calabria di sinistra?
Per rispondere analizziamo qualche punto.
Le nomine ad effetto: a capo della forestazione Oliverio mise un Generale, per far andare di traverso ai “lavoratori” forestali le dure ore di bivacco sotto le querce; la Santelli ribatte con un colonello a cui affida l’Ambiente intero, più basso in grado rispetto al Mariggiò ma dall’appeal immenso: eroe per eccellenza, sempre maledettamente in pericolo di vita, avvolto dal mistero che sotto quella maschera (che porta da prima del Covid19) si nasconda un volto alla Raul Bova.
Cosa è cambiato in termini di forestazione col primo e cosa è cambiato in termini di tutela ambientale col secondo? Lo stesso nulla, ma con un punto in più per Santelli che riapre discariche di cui Palla Palla disconosceva l’esistenza, proprio lui che – nel tentativo di ampliare quella di Casignana – si ritrovò addosso le Iene.
Un’emergenza che solo il Movimento 5 Stelle aveva previsto e voleva anticipare: “Occorre modificare in fretta il Piano regionale, in modo da concepire gli eco-distretti in impianti di piccole dimensioni, meno impattanti e di prossimità, con Ato decisamente più piccoli, proprio come avviene nei territori virtuosi dell’Italia, e andrebbe valutata l’opportunità di realizzare un polo regionale del riciclo utilizzando i capannoni dismessi dell’area portuale di Gioia Tauro, oggi Zona economica speciale (Zes). L’obiettivo è di spegnere l’inceneritore ricollocando i suoi lavoratori in attività ecosostenibili”.
Altro punto cruciale: la sanità.
Qualche anno fa Oliverio indisse una battaglia senza uguali contro il governo piddino: voleva a tutti i costi la gestione della sanità, affidata al commissario Scura, e – mentre i calabresi morivano negli ospedali o erano costretti a partire – lui pensava alla sua partita che gli avrebbe garantito un buon tornaconto elettorale in fase di ricandidatura (i medici, si sa, portano voti).
Vede e rilancia la Santelli che, in piena emergenza sanitaria, scrive le ordinanze delle penombre, scaturite da strategie politiche particolarmente elaborate: disporre l’esatto contrario di ciò che dispone il Governo, anche col rischio di incorrere nel Tar. E di perdere. Conte, chiude? La Calabria apre. Conte apre? La Calabria chiude.
E, per ultima, la chicca che ha lasciato a bocca aperta l’Italia. La strenua battaglia che accomuna tutti, ma proprio tutti i partiti politici (tranne il Movimento 5 stelle): la corsa al vitalizio.
Palla Palla, a scadenza di mandato, li ritirò dal cassetto col nome di “indennità differita”, espressione che coincide con “assegno vitalizio” come indicato dall’art. 6 della Legge 13/2019: “L’indennità a carattere differito ha la stessa natura giuridica dell’istituto già previsto dall’articolo 14 della L.R. 3/1996”. E riportando, per completezza, l’art.14 della L.R. 3/1996 troviamo proprio la dicitura: “(Assegno vitalizio) – L’assegno vitalizio mensile compete ai Consiglieri cessati dal mandato”.
Si trattava quindi di un nuovo vitalizio che i consiglieri regionali attuali e futuri percepiranno a 65 anni, che scendono addirittura a 60 in caso di doppio mandato, versando solo 5 anni di contribuzione (a differenza di un normale cittadino che deve avere almeno 20 anni di contribuzione). Con la stessa legge 13/2019 i consiglieri regionali della Calabria si reintrodussero anche l’indennità di fine mandato, quella che i comuni mortali chiamano “liquidazione”, anch’essa calcolata retroattivamente e anch’essa già abolita dalla L.R. 15 novembre 2012, n. 56.
Fin qui la sinistra di Palla Palla.
Poi arriva la destra dell’insaziabile Santelli che, con l’ormai noto“blitz” legislativo, reintroduce di fatto una sorta di vitalizio anche per chi, in corso di legislatura, venga destituito.Migliorando e superando, ancora una volta, il suo predecessore.
Il tutto mentre nei cassetti del Consiglio regionale della Calabria resta depositata dal novembre 2018 una proposta di legge “taglia privilegi” che, se approvata, consentirebbe di ottenere un risparmio di 3 milioni di euro a legislatura.
Dunque in cosa differisce la Calabria di destra dalla Calabria di sinistra?
Nel fatto che avevano ragione loro, i forzisti del bunga bunga: la femmina ne sa sempre una in più, persino di un vecchio Diavolo silano.
Gli attivisti di:
Meetup Reggio 5 Stelle
Meetup Magna Grecia 5 Stelle
Meetup Istmo 5 Stelle – Girifalco
Meetup Catanzaro
Meetup Squillace
Attivisti in Movimento Borgia
Meetup Vibonesi in Movimento
Meetup 5 Stelle Pizzo
Meetup Palmi