Nel canto XIX dell’Inferno Dante ha escogitato una singolare pena per i papi simoniaci, li ha collocati a testa in giù in un foro scavato nella pietra , Con molta probabilità ha tratto spunto da una pena, contemplata in vari statuti comunali del XIV secolo, che realmente veniva inflitta agli assassini feroci o ai sicari o ai traditori . Essa consisteva nella propagginazione . Il termine appartiene alla botanica e indica quella particolare tecnica con la quale un ramo di una pianta parzialmente interrato senza staccarlo finchè non abbia messo radici profonde. Cosi l’assassino veniva collocato, ancora vivo e a testa in giù , in una buca che veniva successivamente ricoperta di terra; la morte avveniva conseguentemente per soffocamento . Questa era solo una delle tante crudeltà e torture messe in atto anche a Firenze . Naturalmente occorre ricordare che pratiche quali la tortura, per estorcere le confessioni , erano diffusissime ovunque e lo saranno per molti altri secoli , almeno fino a quando Cesare Beccaria , nel Settecento , col suo famoso scritto Dei Delitti e delle pene , non ne dimostrerà l’assurdità e si batterà per la loro abolizione . un altro supplizio diffuso era definito colla o meglio corda. Consisteva nel legare le mani del presunto reo dietro la schiena e quindi nell’issarlo con una corda legata ai polsi tenendolo sospeso per un certo tempo o facendolo precipitare dall’alto alcune volte ( infliggendogli i cosiddetti tratti di colpa) Naturalmente pratiche di questo genere erano riservate ai reati più gravi quali omicidi , rapimento, alto tradimento , incendio, falsificazione di monete , complotto politico ; ma ciò che sconcerta è il fatto che la tortura veniva messa in atto su semplice sospetto o su denuncia anonima e la confessione che ne derivava era accettata anche senza bisogno di prove . L’elenco delle pene è agghiacciante , in alcuni casi seguiva la legge del taglione : il falsario l’incendiario ad esempio venivano arsi oppure veniva loro tagliata la mano destra ; al ladro veniva mozzato un orecchio e se recidivo , impiccato . Per fortuna esistevano pene anche più lievi : per i ladri la gogna ( un collare di ferro che cingeva il collo e che veniva attaccato con una catena a un muro o a un palo in un luogo pubblico ) o la berlina ( l’esposizione pubblica con cartelli o scritte che illustravano la colpa) ; la fustigazione , il ritratto infamante del condannato sul palazzo del podestà o su quello dei priori per i falliti o i falsari Un altro aspetto che colpisce è l’alto numero di magistrati in rapporto alla popolazione ; ad esempio a Firenze erano presenti 65 giudici e 376 notai su circa 100.000 abitanti , e negli anni successivi le schiere degli uomini di legge s’infoltiranno ancora di più. Ciò era dovuto al fatto che essi svolgevano anche le mansioni più specialistiche degli avvocati e dei difensori , non previsti dall’ordinamento giuridico del tempo : Il notaio aveva una preparazione universitaria , conosceva il latino, un pò di francese e provenzale. Ciò spiega come molti di loro fossero uomini di lettere , dacchè la loro era la cultura di base per un letterato . Alcuni molto noti sono ricordati anche da Dante : Brunetto Latini , suo maestro , Lapo Gianni , suo amico.
Il giudice era in genere unico , straniero e assunto per breve tempo ( sei o tre mesi) , ciò per evitare la corruzione e la sua parzialità . Alla giustizia laica si affiancava anche una giustizia che riguardava il mondo degli affari ( il tribunale della Mercanzia ) e quello della chiesa ( il foro ecclesiastico)
E’ curioso il fatto che il diritto d’asilo riguardasse non solo chiese o i conventi ma la casa stessa dell’accusato , che poteva essere arrestato solo per strada . Infine la giustizia si distingueva per notevole partigianeria . Per esempio I Ghibellini , come i Guelfi bianchi dopo la loro sconfitta nel 1301 , erano esclusi da ogni amnistia . Vigeva poi il principio della responsabilità collettiva , per cui a pagare era la famiglia intera . Ad esempio tutti i maschi compresi fra 15 e 70 anni delle famiglie dei Lamberti e degli Josti , sospettati di ghibellinismo , furono condannati a morte. Dopo gli ordinamenti di giustizia di Giano della Bella del 1292-93, anche i Magnati , cioè gli appartenenti alle famiglie nobili e più potenti , potevano essere condannati per aver commesso violenze contro i popolani.
Professore Vincenzo Bruzzaniti