Frate Alberico , collocato nella Tolomea , la zona di Cocito dove sono puniti i traditori degli ospiti , apparteneva alla confraternita dei Cavalieri della Beata Vergine Maria , detta anche , con una punta d’ironia , dei frati gaudenti . Ciò che in primo luogo può stupire noi moderni è il numero non indifferente di religiosi incontrati finora , che si sono macchiati di gravi peccati e che vengono puniti nell’inferno . Abbiamo trovato papi simoniaci , frati ipocriti (canto XXIII) , un frate barattiere( frate Gomita , canto XXII), ora un frate traditore degli ospiti . Anche leggendo le novelle di Boccaccio ci imbattiamo in moltissimi ecclesiastici con una condotta di vita tutt’altro che irreprensibile . Il fatto spiega , in parte l’altissimo numero di religiosi presente in epoca medievale in genere, soprattutto in rapporto balla popolazione . Secondo una statistica , nella Firenze del Trecento vi erano ben 150 luoghi di culto e su ogni trenta persone , almeno una apparteneva alla Chiesa , o come ecclesiastico o in qualità di semireligioso ( terziari francescani , congregazioni varie) . Il numero complessivo dei monaci nella città , secondo una stima per difetto è stato calcolato in 500 , altrettante erano le monache e, se aggiungiamo altri ordini religiosi , si arriva a circa 3000 ecclesiastici nella sola Firenze . E’ Ovvio che tale fenomeno si spiega in parte con il ruolo predominante che la religione aveva nella vita dell’uomo medievale, e anche con un autentico spirito religioso che animava gran parte delle persone di quell’epoca , ma non bisogna trascurare nemmeno i motivi pratici e d’interesse, che erano tutt’altro che secondari . Infatti la condizione di religioso nel Medio Evo consentiva di godere di una serie di notevoli privilegi , tra cui quello dell’esenzione totale dal pagamento di tasse e tributi , oppure quello di essere giudicati da un tribunale ecclesiastico anzichè dalla giustizia cittadina –

La confraternita sopra menzionata ( detta anche Milizia della Vergine) era sorta nel 1267 a Bologna con l’esigenza di diffondere , anche fra i laici , le esperienze proprie di quegli ordini da poco creati , come i Francescani e i Domenicani , e con l’intento di arginare le eresie . Tra i fondatori troviamo tal Loderingo Degli Andalò , che Dante colloca tra gli ipocriti insieme ad un altro frate gaudente , Catalano dei Malvoti . La regola prescriveva che potessero vivere sia nei conventi sia nelle loro case . A chi sceglieva la vita cenobitica era consentita la condizione di chierico o quella di laico . Come gli appartenenti agli ordini monastico – cavallereschi, avevano facoltà di portare armi di difesa per sedare i tumulti e mettere pace all’interno della città . Era pero loro sconsigliato di partecipare a feste e banchetti , nonchè di ricoprire cariche pubbliche. Quelli che vivevano in casa propria con moglie e figli erano tenuti a rispettare più o meno la stessa regola ma in maniera più blanda e meno rigorosa , tant’è che ben presto si allontanarono di parecchio da quel nomignolo di frati gaudenti o quello ancora più ironico di capponi di Cristo , in quanto partecipavano spesso a feste e banchetti ove si esibivano musici e buffoni ( ricordiamo che il cappone è il gallo castrato affinchè ingrassi il più possibile). Tenevano molto anche all’eleganza nel vestire , avevano finito per abbandonare la divisa dei conventuali e indossavano lussuose vesti bianche con sopra un ampio mantello grigio che recava una croce rossa , segno impresso anche sulle selle bianche dei loro cavalli . Alcuni coprivano cariche politiche , come il già menzionato Loderigo che fu podestà di Firenze . Da tutti questi elementi si può comprendere come destassero spesso scandalo e riprovazione morale da parte del popolo. L’ordine si estinse verso la fine del Cinquecento .
Professore Vincenzo Bruzzaniti