Medio EVO “life” Canto VIII Purgatorio
La malignità sulle vedove – lavoro di ricerca curato dal Professore Vincenzo Bruzzaniti
Gli statuti comunali prevedevano che le donne maritate portassero le bende o i veli . Ad esempio in Purgatorio XXIV , v.43, Dante afferma ” Femmina è nata , e non porta la benda “, per significare che si tratta di una fanciulla . Le bende bianche, portate intorno al capo , sulle vesti nere , erano il lutto prescritto per le vedove ; per cui , come abbiamo già osservato , nel canto VIII al verso 74 l’espressione ” trasmuto le bianche bende” , riferita a Beatrice d’Este , rimasta vedova di Nino Visconti , significa passo a seconde nozze . Sempre a proposito di questo indumento, a Firenze, malignamente si era soliti dire che le vedove si preoccupavano soprattutto di due aspetti : di come donassero loro le bende bianche sul vestito nero e di come potessero al più presto riposarsi . Circolava già anche il proverbio , noto anche ai nostri giorni e riferito soprattutto alle spose a cui era morto il marito ” chi muore giace, e chi vive si da pace” , cosi come un’ eloquente terzina trecentesca , riportata in una novella del Sacchetti:
Donna non è che non adori Venere
Tal in sua deità , e qual è vedova
Non si cura di quel , che è fatto cenere.
Non vi è donna che non adori Venere
in quanto divinità dell’amore anche sensuale
e chi e’ rimasta vedova non si
preoccupa di chi è morto
Queste malignità rientravano probabilmente in quella tradizione misogina , tipicamente medioevale , che vedeva nella donna un essere quasi demoniaco , spesso associata all’idea di una creatura sensuale , cosi come testimonia la terzina dantesca ( Purgatorio , VIII, vv.76-78) che allude appunto al bisogno del contatto fisico da parte della donna , se si vuole che elle conservi l’amore per l’uomo. Però qualcosa di vero doveva pur esserci .
Alla vedova non restava che rimanere in casa del marito morto o rifugiarsi presso i parenti del medesimo , o, più spesso, tornare dal padre . Le leggi fiorentine prevedevano anche certe garanzie nei suoi confronti , quali la restituzione immediata della dote o del dono del mattino. Quest’ultimo era un ‘istituzione dell’antico diritto germanico e consisteva nel dono che il marito faceva alla moglie , ala mattina successiva alla prima notte di nozze , quale riconoscimento della verginità di lei , infatti in caso di mancata verginità , ella poteva essere ripudiata . Tale dono , dapprima costituito da semplici oggetti ornamentali , in seguito divenne cospicuo al punto che dovette essere limitato dalla legge .
Ve n’erano alcune che preferivano un’ altra sistemazione divenendo Pinzochere o donne di penitenza . Il convento di Santa Croce , a Firenze , ospitava . tra l altro una comunità di Pinzocheri i quali avevano fatto voto di povertà ma rifiutavano l’obbedienza alla Chiesa . Nei dintorni della chiesa e del convento sorgevano le case delle Pinzochere , sia vedove che nubili . Spesso in queste case , durante la notte, venivano ospitati sia laici che ecclesiastici , i quali tenevano compagnia , non proprio spirituale , a queste donne che, almeno in apparenza , avevano rinunciato alle gioie del mondo . C’era poi chi tra loro preferiva, per essere più sicura di salvarsi l’anima , ritirarsi in un luogo solitario ove condurre una vita eremitica.
Professore Vincenzo Bruzzaniti