L’attività più redditizia per la mafia è la droga. E’ uno dei particolari che emerge dall’operazione Gordio eseguita in nottata dai carabinieri di Palermo e dalla Dia e che ha portato all’esecuzione di 85 misure cautelari. Cinque le organizzazioni criminali che rifornivano le piazze di spaccio di Palermo, della provincia (Partinico, Borgetto, Trappeto, Balestrate, Camporeale e Montelepre) e Trapani. La cocaina, tramite il gruppo ‘Guida’, arrivava dal basso Lazio o dalla Campania, grazie ad accordi con la Camorra e in particolare con i fratelli Giovanni e Raffaele Visiello esponenti del clan di Torre Annunziata. Le forniture di hashish invece arrivavano da Palermo.
A capo di ognuna delle cinque organizzazioni esponenti già condannati per associazione mafiosa o fortemente contigui a Cosa nostra. Un gruppo era promosso e diretto da Michele Vitale, 53 anni; uno da Michele Casarrubia e dalla madre Antonina Vitale; un altro da Nicola Lombardo e Nunzio Cassarà; il quarto dai fratelli Maurizio e Antonino Primavera e uno dai fratelli Gioacchino e Raffaela Guida insieme a Massimo Ferrara e Angelo Cucinella.
La Direzione Investigativa Antimafia, invece, nelle province di Palermo, Trapani, Roma, Milano, Reggio Calabria e Cagliari, ha arrestato 14 persone: dieci sono finite in carcere e quattro agli arresti domiciliari e ne ha sottoposta una all’obbligo di dimora nel comune di residenza e di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione finalizzata alla coltivazione, alla produzione e al traffico illeciti di sostanze stupefacenti.
L’inchiesta nasce da accertamenti avviati dai carabinieri della Compagnia di Partinico nel novembre 2017 su Ottavio Lo Cricchio, imprenditore del settore vinicolo, e Michele Vitale, esponente della famiglia mafiosa dei Vitale, storici capi del mandamento mafioso di Partinico
Oltre all’acquisto di grosse partite di droga destinate alle piazze della Sicilia occidentale, il clan dei Vitale “fardazza” di Partinico si dedicavano alla produzione di marijuana in larga scala. Un business su cui gli investigatori della Dia cominciano ad indagare nel marzo 2018, scoprendo come oltre alla produzione di Marijuana i Vitale acquistassero grosse partite di cocaina dalla ‘ndrina dei Pesce di Rosarno in provincia di Reggio Calabria. Ma era la produzione di marijuana nelle campagne di Partinico l’attività principale, tanto che nell’ottobre 2018, gli inquirenti trovarono in contrada Suvaro e in contrada Milioti una piantagione da 3.300 piante e due capannoni di stoccaggio dove erano in essicazione sei tonnellate di droga pronta per essere confezionata e immessa nel mercato.
C’ è anche la collaboratrice di giustizia Giusi Vitale, da poco estromessa dal programma di protezione, tra le persone arrestate. L’ex capomafia della famiglia ‘Fardazza’ in passato aveva dato un contributo importante per raccontare i retroscena di Cosa nostra. Secondo l’accusa, corroborata dalle intercettazioni, la donna avrebbe gestito un imponente traffico di cocaina dalla località segreta dove viveva, d’accordo con i parenti in Sicilia. Avrebbe acquistato la droga dai Casamonica e in Calabria.