Il tour elettorale in Calabria di Matteo Salvini fa tappa a Riace, la cittadina nota per il modello di accoglienza e integrazione ideato dall’ex sindaco Mimmo Lucano.
Salvini è stato accolto dal sindaco Antonio Trifoli (vicino alla Lega) nella frazione Marina. Pochi chilometri più in là, si è svolta la manifestazione parallela delle sardine calabresi, che si sono radunate per contestare l’ex ministro dell’Interno.
Salvini non ha però perso l’occasione per criticare le politiche dell’accoglienza di Lucano, già finite nel mirino della magistratura per presunti illeciti nella gestione dei migranti. “Ovviamente a sinistra – ha detto – coglievano l’occasione dei migranti non perché sono generosi ma perché ci guadagnavano un sacco. Voi qui ne sapete qualcosa”.
Salvini ha anche criticato l’assenza dei rappresentanti del centrosinistra dalle zone più complicate della regione. “Mi piacerebbe vedere qui in Calabria i big della sinistra. Probabilmente – ha sottolineato – qualcuno non viene perché ha vergogna. Penso al Pd, a Renzi e a Zingaretti, che vanno però in televisione a riempirsi la bocca di ‘Lucano, Lucano, Lucano’ e poi lasciano a casa i giovani calabresi”.
I segretari di Italia viva e del Pd, secondo l’ex vicepremier, “si occupano tanto di migranti, ma ignorano i tantissimi giovani italiani senza lavoro”.
Per Salvini vale il motto “buoni sì, ma fessi no”, perché “la Calabria è terra di accoglienza e di volontariato, ma se non ci sono case e lavoro per tutti vengono prima i calabresi e gli italiani e poi il resto del mondo. Per qualcuno questo è razzismo. Per me è buonsenso da padre di famiglia e anche legittima difesa. In Calabria c’è una disoccupazione giovanile del 60%. Ciò vuol dire che sei ragazzi su dieci, arrivati al diploma e alla laurea, hanno come unico destino quello di scappare. L’immigrazione a cui vogliamo lavorare, non solo in Calabria ma in tutte quelle terre che in Italia soffrono la fuga dei giovani è quella dei figli e dei nipoti dei calabresi costretti a scappare altrove per trovare un futuro”.
Le sardine, intanto, tornano ad attaccare l’ex ministro. “Oggi – ha evidenziato la portavoce calabrese, Jasmine Cristallo – ci sono due Riace: da una parte una piazza di odio e dall’altra una in cui si leggerà e rifletterà. All’odio si risponde con la riflessione”.
Salvini non è però sembrato affatto preoccupato dall’iniziativa del movimento di sinistra: “Non mi preoccupano le minacce della mafia, della camorra, dei Casamonica, vuoi che mi preoccupi di pesciolini?”.
Prima della tappa di Riace, il leader della Lega aveva partecipato a un convegno di Confagricoltura a Lamezia Terme. “Nei prossimi 5 anni – aveva detto – non ci annoieremo. In Calabria vinciamo, perché vinciamo, però la vittoria vera dovrà cominciare il 27 gennaio. Io ci metto la faccio, ieri a Lamezia Terme in una piazza strapiena, ora a Catanzaro, poi Riace, Gioia Tauro, la Sila, Corigliano Rossano, la prossima settimana torno ancora, non so quanti altri leader di partito vadano a fare dieci incontri in Calabria perché o sono a Roma o sono altrove. Il voto dei calabresi è fondamentale in primis per i calabresi. Ovviamente, da segretario della Lega, immaginerete che il 26 gennaio si vince in Calabria, si vince in Emilia Romagna, e per quello che mi riguarda, la prossima battaglia è vincere a livello nazionale e mandare a casa Conte, Renzi, Di Maio, Zingaretti”.
Fonte: Pietro Bellantoni http://www.ilgiornale.it/