“Nel corso di missioni in Calabria e Sicilia, di documentazione acquisita ed audizioni finora svolte, sono emersi preoccupanti elementi sul rischio di infiltrazione da parte di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta di settori della massoneria”. Con queste motivazioni la Commissione antimafia giustifica l’avvio di un’inchiesta sulle connessioni tra massoneria e mafie. Oggi la Guardia di Finanza ha sequestrato gli elenchi degli iscritti in Sicilia e Calabria in quattro sedi massoniche.“Si e’ anche evidenziata la ricerca di relazioni e convergenze tra uomini delle cosche ed esponenti delle classi dirigenti e imprenditoriali appartenenti a logge massoniche finalizzati al perseguimento di comuni interessi illeciti”, spiega l’Antimafia. A smuovere l’inchiesta è stata la necessità di proseguire i lavori svolti precedentemente da altre Commissioni parlamentari sia i recenti procedimenti giudiziari avviati dalle Procure siciliane e calabresi. Tali procedimenti erano volti ad accertare la reale sussistenza del fenomeno. A tal fine la Commissione parlamentare antimafia ha avviato attività, tra cui audizioni, volte ad acquisire la testimonianza dei Gran Maestri e massoni. “Ritenendo che le stesse logge massoniche, a rischio di strumentalizzazioni mafiose, avessero interesse ad accertare eventuali devianze, e’ stato chiesto ai rispettivi Gran Maestri in uno spirito di collaborazione – spiega in una nota la Commissione Antimafia – di trasmettere gli elenchi dei loro aderenti alle logge della Sicilia e della Calabria, regioni interessate dalle indagini e con un numero elevato di aderenti alla massoneria”. L’acquisizione degli elenchi risulta necessaria per constatare se tra gli iscritti vi siano soggetti appartenenti alla criminalità organizzata di stampo mafioso.La Commissione ricorda di aver piu’ volte reiterato l’invito “ricevendo, tuttavia, risposte del tutto negative o dilatorie,in nome del diritto alla privacy o, addirittura, contestando la stessa legittimazione dell’organo parlamentare all’acquisizione. “Tali obiezioni appaiono assolutamente pretestuose”, scrive l’Antimafia. “In un Paese democratico, non esiste associazione di sorta le cui esigenze interne possano prevalere sulle esigenze di tutela della collettivita’”, rileva la Commissione, presieduta dall’on Rosy Bindi. “D’altra parte – si rileva – le inchieste parlamentari sono un aspetto dell’esercizio della funzione legislativa, finalizzate a svolgere un’attivita’ conoscitiva per poi formulare proposte di carattere normativo”. Appurato il rifiuto dei Gran maestri a consegnare i documenti di interesse all’inchiesta parlamentare, ai sensi dell’art. 82 della Costituzione e della Legge istitutiva, del 19 luglio 2013, la Commissione oggi ha deliberato all’unanimità il sequestro degli elenchi, conferendo delega allo Scico della GdF di Roma di perquisire le quattro sedi nazionali delle obbedienze massoni. La Commissione, “nonostante non sia opponibile in questo caso il diritto alla privacy”, ha deciso che i dati contenuti negli elenchi saranno sottratti alla divulgazione.
fonte: strettoweb