A distanza di poco più di dieci anni i carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro ritengono di aver fatto luce sul duplice omicidio di Giuseppe Bruno e Caterina Raimondi, assassinati a Squillace la sera del 18 febbraio del 2013.

Stamani, su ordine del Gip del Tribunale del capoluogo di Regione e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di una persona, F.G., 43enne di Borgia, che si ritiene abbia concorso nell’assassinio dei due coniugi.

Il destinatario è attualmente detenuto dovendo scontare una pena di 12 anni essendo stato condannato per far parte della ‘ndrangheta di Roccelletta di Borgia.

La misura di oggi arriva a seguito degli approfondimenti analitici condotti nel solco di precedenti acquisizioni in altri procedimenti penali e che secondo i militari sarebbero confermati da accertamenti scientifici effettuati sui reperti rinvenuti sul luogo del fatto.

Da qui gli inquirenti sono arrivati a sostenere che il duplice omicidio, eseguito con un fucile d’assalto AK47, il famigerato Kalashnikov, sia maturato nel contesto dei contrasti sorti per il controllo criminale del territorio.

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