R. e P.
Caro direttore,
ho avuto modo di leggere il breve redazionale concernente le prossime elezioni a Marina di Gioiosa Ionica, nel quale si prospettava come pressoché certa una mia candidatura. La ringrazio per le parole con cui ha voluto benevolmente tratteggiare la mia figura, che mi hanno certamente lusingato, ma mi corre l’obbligo di scrivere qualche parola di rettifica delle informazioni da Lei pubblicate.
Marina di Gioiosa Ionica attraversa un momento delicatissimo della propria storia, forse il più delicato da quando è divenuta comune autonomo. Per questa ragione, è fondamentale, come spesso ho ripetuto da qualche tempo a questa parte, non tanto e non solo concentrarsi su percorsi personali e di gruppi ristretti, ma fare appello alla sensibilità di tutta la cittadinanza, perché dia concreto segno di un cambio di marcia nella vita della nostra comunità.
Certamente sarà necessario a breve depositare candidature a sindaco e liste di candidati consiglieri, ma a tutt’oggi siamo lontani dalla designazione (o autodesignazione) di persone o di gruppi che vogliano assumersi quest’onere: pertanto posso dire che la notizia che mi riguarda è attualmente destituita di solido fondamento, ma comunque riposa su un esile dato di fatto. Infatti in più occasioni ho recentemente detto in pubblico e in privato che un percorso che non parta dall’idea che singoli uomini, forti o meno, possano essere presentati (o presentarsi) come la nemesi di tutto quello che di sbagliato c’è stato e c’è nella storia di Gioiosa Marina, ma si declini in positivo, mi vedrebbe certamente attivamente partecipe. Non ne faccio ovviamente questione di ruoli.
Mi permetta di chiarire brevemente il punto che ritengo qualificante: fatto salvo il saldo indirizzo di contrasto al malaffare e alla criminalità, che non costituisce certo punto di programma, essendo obbligo morale e di legge, credo che ogni azione di governo del paese debba partire da quello che c’è di positivo (a livello culturale, imprenditoriale, sociale e territoriale) per tutelarlo e sostenerlo, tenendo conto che operiamo in un quadro di leggi e di concrete prassi delle amministrazioni pubbliche e private che obbediscono a logiche tendenzialmente penalizzanti per il Mezzogiorno, in genere, e per la Locride, in particolare. Rompere alcuni schemi e superare alcuni pregiudizi è impossibile da parte di gruppi isolati o di uomini soli: tutti noi Marinoti (mi permetta di usare questo termine) dobbiamo dimostrare di fare concreti passi per scrollarci di dosso una nomea, che, per quanto trovi le proprie ragioni in fatti gravi del passato e del presente, pesa ingiustamente sulle spalle della stragrande maggioranza di noi. Concretamente si tratta di capire e di convincersi personalmente da parte di tutti che alcuni obblighi, anche amministrativi, sono assolutamente inderogabili e ogni tentativo di sottrarsi comporterà un peggioramento della situazione per il trasgressore e per tutti i concittadini, mentre in altri casi una ragionata opposizione politica e un pacato confronto possono condurre alla revisione di alcune scelte.
Gli ultimi anni ci hanno fatto assistere a profondi mutamenti politici e sociali precipitati in tempi brevi: non dubito che possa essere così anche nel nostro caso (e che ovviamente il cambiamento possa essere in positivo) e ritengo che, chiunque si assuma l’onere dell’amministrazione, questo debba essere il tema principale del dibattito pubblico dei prossimi mesi e dei prossimi anni.
Vincenzo Tavernese