“Come riferito in sede di scioglimento, penso che detti provvedimenti, così come le sentenze, vadano eseguiti o contestati più che altro nelle sedi e con i linguaggi appropriati, per evitare il rischio di ingenerare nei più l’idea che lo Stato e le sue storiche figure istituzionali siano “una montagna di merda” e operare, pur senza volerlo, in senso opposto rispetto al ciottiano: “distinguere per non confondere”. Dalle esternazioni mediatiche susseguitesi e amplificatesi sui social in questi due anni (a fronte di un discreto silenzio o riserbo delle istituzioni commissarianti), ho avvertito fortemente questo rischio.
Prima della sentenza ho avuto modo di appurare da qualche articolo (“Il Dubbio”, 7 febbraio u.s.) che nelle memorie dell’Avvocatura dello Stato (pagina 24), si evidenziava che a causa “dell’asfissiante presenza della criminalità organizzata…qualsivoglia compagine amministrativa era destinata necessariamente a risentire nello svolgimento delle proprie funzioni”. Sebbene non abbia mancato, nell’adempimento del mio compito di consigliere di opposizione, di contestare atti e comportamenti che ho ritenuto anomali, non mi sono indignato molto perché, oltre a non sentirmi rappresentato come cittadino da detta definizione, sono abituato a commentare i provvedimenti, e non anche le affermazioni colorite e iperboliche contenute in memorie difensive “di parte” (che, tra l’altro, sono ordinariamente destinate ad un contesto molto ristretto qual è quello dell’aula di udienza). Ed, in effetti, il fatto che il TAR non abbia sposato detta linea mi dà ragione, conforta e da speranza. Spero altresì che, non essendo definitiva, in caso di appello, contrariamente a quanto avvenuto di recente nel caso del Comune di Tropea, la pronuncia sia confermata anche dal Consiglio di Stato. Tuttavia, anche se comprendo e mi unisco all’entusiasmo, non mi ritengo in grado di sindacare una sentenza basata, per la gran parte, su documentazione dettagliata e segreta che è conosciuta solo dai difensori delle parti. Non posso sapere se sia stato dato il giusto peso a tutti gli elementi. Per il bene della comunità, che potrebbe beneficiare di un ritorno alle urne a breve, posso solo sperare che il TAR Lazio abbia valutato il tutto perfettamente e augurare il meglio alla comunità”.

Pasquale Mesiti – ex consigliere comunale di minoranza