ricorre la prima domenica dopo il 15 agosto
Raffaele Montagna era ristretto nelle carceri di Monteleone (l’odierna Vibo Valentia) è cercava di farsi una ragione del suo status di detenuto. Egli – fieramente ateo e di vivida intelligenza – era fortemente prostrato sia nel fisico che nel morale. Le crisi depressive erano continue a causa, soprattutto, della condanna a morte che pesava su di lui. L’accusa non ammetteva sconti: tradimento della Patria. Non lo aveva imparato da bambino e non sapeva e non poteva rifugiarsi nella preghiera. Il rifugio della Fede, forse, gli avrebbe dato quella speranza che rende l’animo sereno e tollerante alle prove più avverse della vita. Ma il miracolo si compì. In quello stato d’animo, nel rincorrersi delle devastanti crisi depressive, nel sonno, gli apparve – fulgida, sfolgorante nella sua bellezza – la Madonna del Monte Carmelo, la quale gli preannunziò la sua imminente scarcerazione. Ottenuta la libertà si recò in Puglia dallo scultore Luigi Guacci al quale descrisse la Madonna, così come gli apparsa in sogno. Lo scultore eseguì una copia in scala ridotta della statua e una in scala normale dove la Madonna è adagiata sulle nuvole, con il Bambino in braccio, legati da uno sguardo tenero e materno, circondata da angeli e con un abitino nell’altra mano. Raffaele Montagna convertitosi alla Fede volle organizzare in onore della Madonna del Carmine una festa che doveva essere bellissima, unica.
Dal 19 agosto 2006 la Madonna del Carmine è stata proclamata con decreto di S.E. Rev.ma Mons. GianCarlo Maria Bregantini, Vescovo di Locri-Gerace, Compatrona di Marina di Gioiosa Jonica.
Tra storia e leggenda
Nel 1942 non si raggiunse l’accordo fra il Comitato promotore della festa e le Autorità ecclesiastiche. Il prefetto, in tale situazione, proibì la processione. La statua, che era stata posta sul sagrato della chiesa, fu investita con violenza da una tromba d’aria, che creò un fuggi fuggi generale. L’immagine, tuttavia, ondeggiò paurosamente, ma non cadde.
Nel 1957 il mare era talmente agitato da impedire lo svolgersi della processione, anche le autorità avevano già dato parere assolutamente negativo. Ma i marinai e i fedeli vollero lo stesso vedere la Madonna solcare le onde marine e – si racconta – come per incanto le onde si placarono, quasi a significare la docile sottomissione della natura al Creatore.
Francesco Augusto BADOLATO, Marina di Gioiosa Jonica/Storia – Tradizioni – Prospettive, Arti Grafiche Edizioni, 1998.