“I politici sono tutti uguali e pensano solo a se  stessi”. 

E’ questa la frase che spesso  sentiamo dire da tanti cittadini, stanchi e  delusi  dalla solita politica, priva di progettualità, di tante promesse e poca concretezza.

Oggi succede che  alcuni che decidono  di fare  politica,  non pensano  al bene della  comunità, anzi vanno  in cerca di propri favoritismi, pronti a soddisfare tanti  interessi, lontani da    principi di legalità.

Molti sono  i compromessi che  infrangono  l’importante costituzione , con atteggiamenti spietato privi  di  rimorsi, con costi  alti  inflitti sui tanti cittadini onesti.

Una pessima concezione morale, esempio sbagliato  nei confronti di nuove generazioni, che assumono comportamenti  negativi per una normale ed onesta vita sociale , e soprattutto per  la figura di chi come tanti nella vita hanno e continuano a  lottare  per i diritti di ognuno, anche al costo della propria vita!

Nonostante tanti  esempi negativi, esistono e sono esistiti, nella nostra storia repubblicana, uomini che hanno pagato con il loro sangue i nostri diritti e la nostra libertà, come Marcello Torre.

Marcello , ex sindaco di Pagani e vicesindaco di Salerno, decise di opporsi alla camorra  che  purtroppo ebbe un costo molto alto per  la propria  vita .

Un cittadino semplice di grandi valori cattolici, il dottor Torre non era   un politico qualunque, anzi si sentiva  un  primo cittadino, amante  della  propria città e dei  propri cittadini, con un impegno :amministrare con trasparenza e  legalità.

Un uomo fiducioso, che considerava fondamentale lo sviluppo del mezzogiorno, affaticato durante gli anni ottanta da tanta criminalità e poca occupazione.

Nato a Pagani il 9 giugno del 1932, laureato in legge, aveva fatto parte attivamente dell’azione cattolica per poi aderire alla democrazia cristiana, diventando delegato dei gruppi giovanili della provincia di Salerno.

Un uomo con una visione politica lungimirante, tra i pochi a criticare una riforma agraria di quel tempo, che puntava sull’ottenimento di terreni agricoli da parte dei contadini, senza puntare su uno sviluppo dei mezzi essenziali per coltivare.

Appassionato di sport, giornalista tra gli anni 50 60, tifoso della Paganese, divenne dirigente e presidente della stessa squadra.

Durante il terremoto dell’Irpinia, del 1980, la criminalità organizzata cercò in tutti i modi di infiltrarsi negli appalti.

Un aspetto che Marcello Torre, non avrebbe mai permesso perché lui alla legalità ci teneva così tanto che si oppose apertamente.

L’11 Novembre del 1980 fu assassinato.

Di questo efferato omicidio, nel 2001 come mandante  fu condannato  all’ergastolo  Raffaele Cutolo.

Oggi a tanti anni dalla sua morte, Marcello Torre rimane un grande esempio per la  lotta alla criminalità e garante della legalità.

Nei suoi confronti sono stati istituiti tanti riconoscimenti, tra cui anche il premio Marcello Torre, assegnato a chi si distingue nell’impegno civile e nell’opera di denuncia della criminalità.

La figlia Annamaria Torre, è componente del coordinamento campano delle vittime innocenti della criminalità  per libera oltre ad essere il presidente dell’associazione Marcello Torre.

Vogliamo in politica uomini come Marcello Torre!

Giovanni Padalino milanofree.it