Una donna contesa, una relazione con una straniera a cui sarebbe stata interessato anche il presunto omicida. A questa conclusione, quella dunque di un movente passionale, sono giunti i carabinieri di Cirò Marina che ieri sera hanno fermato il presunto assassino del manovale 44enne, Pasquale Carruccio, ucciso lunedì scorso per strada nella cittadina costiera del crotonese .

Secondo gli inquirenti, dunque, ad ammazzarlo sarebbe stato un macellaio cirotano, Vincenzo Malena, 39 anni, al culmine di un diverbio. I militati l’hanno prelavato ieri sera sul suo posto di lavoro, un’attività commerciale del capoluogo, senza che opponesse resistenza e interrogato – almeno fino al momento – pare abbia deciso di trincerarsi nel silenzio .

Secondo la ricostruzione degli investigatori tutto sarebbe partito dunque dalla “contesa” per una donna,culminata con Carruccio che, chiamato in un bar da una terza persona (la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti), sarebbe salito sulla sua auto e una volta giunto davanti a Malena – che era armato di un coltello del tipo da sub, con una lama da più di 17 cm – questi lo avrebbe aggredito colpendolo al petto e ferendolo gravemente. Morirà più tardi in ospedale.

La scena, cruenta, è stata ripresa integralmente da alcune telecamere di videosorveglianza presenti sul posto . Non sono immagini di alta qualità, precisano gli investigatori, ma che ricostruirebbero integralmente la dinamica dei fatti.

Importante per gli uomini dell’Arma si è rilevato anche il giungere immediatamente sul posto. Qualcosa però non quadrava. Le ferite di Carruccio non facevano ritenere che fosse stato accoltellato lì dove è stato poi soccorso. Difatti, a distanza di qualche centinaio di metri i carabinieri troveranno delle altre tracce di sangue.

Il 44enne, insomma, forse non conscio della gravità di colpi subiti, avrebbe camminato per diversi metri per poi giungere nei pressi di una scuola dove è stato soccorso da un passante.

Poco distante, sul lungomare cittadino, i militari sono riusciti a trovare anche l’arma del delitto, il coltello appunto, abbandonata in un tombino e recuperata.

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