Il sistema “federale” della ’ndrangheta ricostruito dalla maxioperazione della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, confluito nel processo “Mandamento Ionico”, definito con il rito ordinario, sarà oggetto della valutazione dei magistrati della Corte di Cassazione all’esito della discussione stabilita nell’arco di tre udienze che vanno dal 14 al 16 giugno.
Nel dettaglio il calendario prevede il 14 giugno la relazione dei magistrati ermellini, quindi la requisitoria della Procura generale presso la Corte di Cassazione, di seguito le discussioni delle parti civili e l’inizio degli interventi dei difensori che proseguiranno il 15 e il 16 giugno.
Come riporta Rocco Muscari, con il suo l’articolo completo, sull’edizione cartacea di Gazzetta del Sud – RC, gli imputati sono accusati, a vario titolo e con modalità differenti, di reati che vanno dalla partecipazione all’associazione mafiosa unitaria denominata ’ndrangheta e altri reati fine aggravati dalla finalità di agevolare l’attività della predetta associazione mafiosa ed altro.
Sono 41 gli imputati interessati alla decisione dei giudici della Seconda sezione penale, davanti alla quale sono chiamati a comparire 6 soggetti assolti in sede d’appello per i quali ha proposto ricorso la Procura generale reggina, che ha impugnato la sentenza nei confronti di altri 25 riconosciuti colpevoli del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso per i quali la Corte di appello di Reggio Calabria ha applicato un trattamento sanzionatorio nella formulazione antecedente alla riforma di cui alla legge 69 del 2015, ritenendo che «la decisione della Corte d’appello (confermativa di quella del Tribunale) sul punto è errata in quanto l’orientamento sopra riportato non è affatto univoco ma è superato da pronunzie più recenti della Suprema Corte».