Nel corso della sua carriera pittorica e scultorea, Spatari è stato autore di numerose opere all’interno di luoghi di culto calabresi, tra i quali le vetrate, gli affreschi e il mosaico sull’altare della Chiesa del monastero di San Domenico a Reggio Calabria. Per un trauma subìto in gioventù fu costretto a diventare un autodidatta, sviluppando le proprie capacità anche in campo scultoreo e architettonico, partendo dal confronto immediato con i materiali. Molto giovane si trasferisce a Parigi, dove frequenta e collabora coi grandi del Novecento, Picasso, Le Corbusier, Jean Cocteau, Max Ernst, Sartre, ricevendo molti premi ed entrando in contatto con gli ambienti cosmopoliti europei ed americani.
Tornato in Italia si stabilì per un periodo a Milano dove, insieme alla pittrice olandese Hiske Maas, diventata sua compagna di vita, apre una galleria d’arte a Brera, prima del ritorno definitivo in Calabria sul finire degli anni ’70 nel suo paese natale a Mammola, con l’intento di lavorare ad un suo progetto: la realizzazione di un museo-laboratorio d’arte contemporanea, sui resti di un monastero basiliano sul fiume Torbido.
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