Un matrimonio “infelice”, fatto di continue vessazioni come al solito contro la donna, sarebbe emerso all’interno di una famiglia lamentina a seguito da una meticolosa attività info-investigativa condotta agenti dell’Ufficio Anticrimine del Commissariato locale.
Gli stessi poliziotti – in esecuzione di un’ordinanza emessa dal il Gip del Tribunale della città della Piana – hanno notificato al “capo famiglia”, un 39enne del posto, la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla moglie.
I FATTI
In particolare, gli agenti avrebbero ricostruito “un quadro preoccupante” in quanto avrebbero accertato che, durante tutto il rapporto coniugale, iniziato tre anni fa, l’uomo avrebbe sottoposto la moglie a continue vessazioni, per futili motivi legati alla gelosia o relativi alla gestione della vita quotidiana.
Tra gli altri episodi riportati dalla Polizia, nell’ottobre 2017, per il solo fatto che la moglie stava conversando telefonicamente con un amico, le avrebbe sferrato un pugno, procurandole delle lesioni al naso, e nell’ottobre del 2018, adirato “solo” per l’assenza di mozzarelle in casa, l’avrebbe colpita con pugni alla testa e calci alle gambe.
Le indagini avrebbero permesso di accertare che anche dopo la separazione, avvenuta a causa della difficile convivenza, nell’autunno del 2019, l’uomo avrebbe stazionato quasi quotidianamente presso l’abitazione dell’ex coniuge e, in alcune occasioni, anche nei pressi di quella di un altro soggetto, nella convinzione che costui intrattenesse una relazione con lei.
La donna perseguitata, temendo che la situazione potesse ulteriormente degenerare, e stanca di sopportare, dopo che si era verificato uno di questi episodi, ha dunque deciso di rivolgersi, tramite il 113, alla Polizia di Stato, provocando così l’avvio delle indagini.
Dalle investigazioni sarebbe emerso “con chiarezza” che la vittima, a causa dei continui appostamenti subiti, viveva in uno stato di terrore, tanto che, spesso, pur essendo in casa evitava di accendere le luci o di aprire le tapparelle delle finestre per impedire all’ex marito di accertarsi della sua presenza e di spiarne i movimenti anche all’interno dell’abitazione.
L’esito delle indagini, riferito alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme ha indotto l’Autorità Giudiziaria e richiedere al Gip, ottenendola, la misura cautelare del divieto di avvicinamento, eseguita dal personale del Commissariato di Lamezia.