Due persone sono state arrestate, nei giorni scorsi, in due distinti interventi della Polizia di Stato di Reggio Calabria per maltrattamenti in famiglia. In entrambi i casi gli aggressori sarebbero stati colti in flagranza di reato, e sono stati trasferiti per direttissima in carcere.
Il primo episodio è avvenuto proprio nel pomeriggio del 25 novembre scorso, quando gli agenti hanno risposto ad una chiamata di aiuto: giunti sul posto, hano subito notato tre bambine (figlie della coppia, di 12, 10 ed 8 anni) chiedere aiuto dalla finestra, con tanto di foglio con scritto “Help“. Proprio una delle figlie ha chiamato il 113 dopo aver assistito all’aggressione della madre.
Secondo quanto ricostruito, il padre, ubriaco, avrebbe impedito alla madre di uscire di casa a seguito di un futile litigio sulla pulizia della cenere di sigaretta caduta a terra. La vittima ha poi raccontato altri episodi agli agenti, durante i quali – sempre per futili motivi – veniva strattonata, percossa e tirata per i capelli dal marito, che era arrivato al punto di non permettergli di frequentare la sua famiglia.
Tutti gli episodi sarebbero avvenuti alla presenza delle figlie minorenni, che raccontavano di correre subito in camera a nascondersi. Una circostanza grave che ha portato all’immediato arresto del soggetto del quarantasettenne.
Situazione non dissimile da quella riscontrata nel secondo intervento, avvenuto sempre nel pomeriggio del 25 novembre scorso. Questa volta ad allertare la sala operativa della locale Questura sono state ben due chiamate: quella di un vicino di casa che aveva sentito urlare una donna, e quello della vittima stessa, ventisettenne del posto, che ha chiesto aiuto dopo essere stata brutalmente aggredita dal compagno.
Giunti sul posto gli agenti l’avrebbero trovata ancora sul pianerottolo sotto shock, con in braccio il figlio di 2 anni ed affianco quello di 6. La vittima ha raccontato di aver solo aperto il portone di casa al compagno, che una volta entrato l’avrebbe afferrata per il collo e trascinata in camera, dove, dopo aver chiuso la porta a chiave, avrebbe continuato a picchiarla.
È stato però l’intervento del figlio più grande – che stava guardando la televisione proprio in camera – a far desistere il padre, che è poi scappato giù per le scale mettendosi in fuga con la sua auto. Gli agenti lo rintracceranno poco dopo, sempre a bordo del suo mezzo, nella zona sud della città.
La donna ha poi raccontato i numerosi episodi di violenza alla quale era stata sottoposta negli ultimi anni, tra costrizioni fisiche e sessuali, violenze psicologiche e l’allontanamento forzato dai propri familiari e dai propri amici, il tutto condito da continue minacce a non denunciare, altrimenti avrebbe “perso” i bambini.
Anche in questo caso, al termine delle formalità, l’uomo è stato arrestato per direttissima.