“Attivare tutte le procedure previste dalle norme vigenti per il riconoscimento dello stato di calamità”. È la richiesta già formulata e inviata al dipartimento regionale all’Agricoltura dal presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti.
Ed è il settore agrumicolo – con in testa arance e clementine – ad aver accusato pesanti ripercussioni in termini di produzione con frutti pronti ad essere raccolti e distribuiti ma compromessi dal maltempo che ha funestato la regione. Tra le aree che hanno risentito in maniera pesante i contraccolpi delle gelate sono le zone dello Jonio cosentino e reggino oltre la Piana di Lamezia Terme. In alcune di queste aree la temperatura delle scorse settimane ha raggiunto anche il picco di -7°. Ma danni si sono registrati anche in altre zone della regione. “È stato un colpo di grazia – spiega Statti – per alcune produzioni che erano state già fortemente provate dalle condizioni metereologiche dei mesi scorsi”. Il riferimento del presidente è all’ondata di forti precipitazioni che nei mesi di novembre e dicembre hanno colpito la Calabria. “Una situazione complessa – sottolinea – che aveva impedito ad alcuni settori come quello olivicolo e agrumicolo di portare a buona maturazione la produzione. E ad altri addirittura di avviare anche la semina”. È il caso ad esempio del comparto cerealicolo. “A causa delle piogge e del gelo – ricorda Statti – non si è potuto seminare in varie parti della regione, ed in particolare nel Crotonese non è stata avviata la semina tra l’altro del grano duro bio. Una produzione di qualità che già scontava ritardi”. “Su questa delicata vicenda – conclude il presidente di Confagricoltura – come organizzazione abbiamo già avanzato alla Regione una richiesta di derogare alla normativa dell’avvicendamento colturale biologico sulla falsa riga di quanto già fatto in altre regioni come la Sicilia e Basilicata. Una richiesta a cui attendiamo ancora risposte”.