È accusato di una lunga scia di violenze sessuali un 33enne a Rende. Pertanto, i Carabinieri lo hanno arrestato per il reato di violenza sessuale, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dall’Autorità Giudiziaria di Cosenza, in accoglimento delle richieste avanzate dalla locale Procura della Repubblica e consequenziali alle attività investigative sviluppate dai Carabinieri della Compagnia Rende. Tre le vittime accertate, con indagini ancora in corso per comprendere se il numero sia più alto. L’uomo è stato rintracciato e incastrato dai militari. Le indagini sono originate dalle denunce presentate a metà marzo da tre donne, vittime di violenza sessuale: due aggredite mentre facevano rientro nella propria abitazione e una mentre camminava per strada. L’uomo era solito appostarsi nelle ore serali alla ricerca di donne sole, che poi seguiva al fine di soddisfare le sue pulsioni sessuali.
La zona universitaria tra i luoghi prescelti. In particolare, in un caso, è riuscito ad introdursi nel condominio e a bloccare le porte dell’ascensore dove si trovava la donna, impedendole di salire, ma la stessa è riuscita a svincolarsi e fuggire lungo la rampa di scale, inseguita dal suo aggressore. Durante il breve inseguimento però, è inciampata ed è caduta sui gradini venendo così raggiunta dall’uomo che, ponendosi al di sopra, avrebbe iniziato a toccarla. Solo nel momento in cui la donna è riuscita a prendere il telefono per chiedere aiuto l’uomo si è alzato di scatto per allontanarsi. In un’altra circostanza invece, avrebbe incontrato la vittima per le vie cittadine: le si poneva difronte impedendole il passaggio e tentare un approccio sessuale. La donna, in un forte stato di paura e timore, ha urlato per chiedere aiuto, mettendolo in fuga.
Le attività investigative intraprese dai militari della Stazione di Rende in collaborazione anche con i Carabinieri di Lattarico, hanno consentito di ricostruire i tre episodi e di ricollegarli ad uno stesso autore, identificandolo inequivocabilmente, anche a seguito dell’esame delle immagini dei sistemi di videosorveglianza di alcune abitazioni attigue ai luoghi degli eventi, risultate perfettamente sovrapponibili alle descrizioni fornite dalle donne vittime delle violenze di cui si evidenzia, oltre ai preziosi contributi forniti agli investigatori, la forza e il coraggio di denunciare. Al riguardo, comunicano che “nel rispetto dei diritti dell’indagato, che lo stesso è da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito”.