Mentre la macchina organizzativa della Diocesi di Locri – Gerace, della Fondazione e della Comunità  Madonna dello Scoglio è già entrata a pieno regime, per l’organizzazione della Giornata Speciale dell’undici febbraio preceduta, come sempre, da una vigilia di intensa preghiera e raccoglimento, sabato 9 Gennaio, a Santa Domenica di Placanica, il vescovo, monsignor Francesco Oliva, ha presieduto la sacra funzione del  “Bacio a Gesù Bambino”. L’alto presule ha tenuto una omelia incentrata sull’Anno della Misericordia, voluto dal Santo Padre e ha ricordato che Nostra Signora dello Scoglio è stata inserita fra i santuari dove si possono lucrare le indulgenze. Fratel Cosimo, fondatore dell’opera mariana nota in tutto il mondo, ha svolto una evangelizzazione, prima della Solenne Concelebrazione eucaristica, dicendo: “Cari fratelli e sorelle, a tutti voi rivolgo un cordiale benvenuto nel nome del Signore. A breve distanza dalla ricorrenza del Natale, ci ritroviamo ancora una volta in questa valle benedetta, per respirare un po’ di ossigeno spirituale per le nostre anime, e anche per partecipare al consueto e tradizionale “Bacio a Gesù Bambino”. Vi leggiamo nel libro del profeta Isaia al c. 40 v. 5: Allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà. Anche nella lettera di S. Paolo apostolo a Tito c. 5 v. 11 la Parola di Dio dice: E’ apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini. Si, è proprio vero, come afferma la divina Parola, con la venuta di Gesù Cristo nel mondo, la gloria del Signore si è rivelata ad ogni uomo e la grazia di Dio è veramente apparsa su tutta la terra, portando la salvezza ad ogni uomo e ad ogni donna. Ora, con questi pensieri di nutrimento spirituale, vogliamo aprire il nostro cuore e rivolgerci al Vangelo di Luca c. 3 v. 21 – 22; essi così ci riferiscono: Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche Lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: Tu sei il mio Figlio prediletto, in Te mi sono compiaciuto. Miei cari fratelli e sorelle, se ci abbiamo fatto caso nel leggere la Parola del Signore, tutti i quattro Vangeli, cioè quello di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, descrivono questo importantissimo evento della vita di Gesù, che costituì se vogliamo, l’inizio del suo ministero pubblico. Come possiamo notare, la narrazione, cioè il racconto dell’evangelista Luca è più breve rispetto a quello descritto dagli altri evangelisti. Intanto, come abbiamo appena udito dal Vangelo, tutta la gente si faceva battezzare da Giovanni. Anche Gesù si fece battezzare, e mentre pregava nelle acque del fiume Giordano, il cielo si aprì. Lo Spirito Santo discese sopra di Lui in modo visibile, come se fosse una colomba, e proprio in quell’istante una voce venne dal cielo: Tu sei il Figlio mio, che io amo. In Te mi sono compiaciuto e ti ho mandato. Lo scopo del Battesimo di Gesù nel fiume Giordano, era possiamo dire, la consacrazione di Gesù stesso da parte dello Spirito Santo, e allo stesso tempo l’autorizzazione se vogliamo, da parte di Dio, per iniziare il ministero pubblico, e iniziarlo con autorità e potenza, nell’annuncio della buona Novella del Regno. Gesù, il Figlio di Dio abbiamo detto fu battezzato, lo Spirito Santo discese su di Lui, ed il Padre espresse la propria approvazione nei confronti del suo Figlio Gesù. Nel considerare attentamente la nostra riflessione, sui versetti 21 e 22 del Vangelo di Luca, possiamo dedurre che per mezzo del Battesimo Gesù si identificò con i peccatori, benché non fosse Egli un peccatore, ma colui che a sua volta doveva farsi carico di tutti i peccati degli uomini. Allora, una volta che Gesù ebbe ricevuto il Battesimo e lo Spirito Santo scese sopra di Lui, iniziò subito il suo ministero terreno all’età di circa trent’anni, proprio quando fu battezzato da Giovanni nel fiume Giordano. Dopo il battesimo Gesù lasciò il Giordano e fece ritorno in Galilea con la potenza dello Spirito Santo; lo affermò Egli stesso quando entrò in giorno di sabato nella Sinagoga di Nazareth e prese a leggere dal rotolo del profeta Isaia c. 6 v.1 – 2: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. In questo se vogliamo, consisteva la missione che il Padre gli aveva affidato: Annunciare al mondo la buona Notizia, cioè predicare il Vangelo, un messaggio di amore, di pace, di riconciliazione, di liberazione e di salvezza. Miei cari fratelli e sorelle, da qualche mese a questa parte, abbiamo iniziato l’anno santo straordinario della misericordia indetto dal Santo Padre, Papa Francesco. E come ben sapete, grazie al nostro vescovo, Monsignor Francesco Oliva, anche qui a Santa Domenica di Placanica abbiamo avuto questa grazia speciale, affinché si lucrasse l’indulgenza e venisse aperta la porta santa della misericordia. Quindi, durante questo anno di misericordia, per poter usufruire veramente di questa grazia speciale che ci viene elargita da parte di Dio, dovremmo fare un bell’esame di coscienza e cercare anche di migliorare la nostra condotta di vita, poiché nessuno di noi è perfetto. Nella lettera di S. Paolo apostolo ai Romani c. 3 v. 23 la parola di Dio dichiara: Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio. E ancora nella prima lettera di Giovanni c.1 v. 8 sta scritto: Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Miei cari, alla luce della Parola di Dio siamo tutti dei peccatori, nessuno escluso, tutti indistintamente abbiamo bisogno della grazia, della misericordia e del perdono di Dio. Ed è proprio questo direi il tempo favorevole, il tempo propizio per ricevere il perdono e la misericordia, il tempo in cui la nostra vita spirituale possa essere rinnovata dalla grazia straordinaria di Dio, in questo anno giubilare della misericordia divina, e allo stesso tempo intraprendere veramente un autentico cammino di fede e di vita cristiana alla sequela di Gesù Cristo. Non so se ci avete mai pensato: Il nostro Dio vuole che tutti gli uomini e le donne si salvino, e per questo come un padre pieno di amore e di compassione verso i suoi figli, è sempre pronto a donarci la sua misericordia. La preghiera che ciascuno di noi dovrebbe rivolgere spesso al Signore con sincerità e pentimento, è dire con consapevolezza: O Dio, abbi pietà di me peccatore, come ebbe a dire il pubblicano al Tempio battendosi il petto. E non basta solo questo, ma dovremmo tener presente, in questo anno giubilare, una cosa molto importante agli occhi di Dio, tendiamo bene le orecchie: La chiave miei cari, della misericordia di Dio verso noi stessi è, la misericordia che noi abbiamo verso gli altri. Se non siamo misericordiosi noi stessi, blocchiamo la misericordia di Dio e diventiamo come dei perduti, infatti dice Gesù nel Vangelo di Matteo al c. 5 v. 7: Beati i misericordiosi perché a loro misericordia sarà fatta. Miei cari nel Signore, in questo anno di grazia Dio ci viene incontro con la sua misericordia; Egli è pronto a perdonarci e a trattarci con misericordia e con grazia, e lo farà attraverso il sacramento della riconciliazione, cioè della confessione, proprio come dice la prima lettera di Giovanni al c. 1 v. 9: Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Perciò, se noi dunque, ci riconosciamo dei poveri peccatori perduti, bisognosi del suo perdono, il Signore non ci guarda con giudizio, ne con critica o condanna; Egli non ci accusa e nemmeno ci schiaccia. La Vergine SS. Immacolata, nostra Signora dello Scoglio, Madre della divina misericordia,” – ha concluso – “voglia intercedere presso il suo Figlio Gesù, ed ottenerci dal suo cuore compassionevole e misericordioso, in questo anno giubilare, la misericordia di Dio per la salvezza delle nostre anime. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.”  Per padre Raffaele Vaccaro (nella foto il primo a sinistra assieme al Vescovo, a Fratel Cosimo e al dottor cavallo), assistente spirituale della Comunità Mariana di Santa Domenica e per il dottore Giuseppe Cavallo, coordinatore generale della Comunità, l’undici febbraio sarà una data che verrà ricordata per sempre, perché si sarà una grande e bella sorpresa.

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