«L’Ospedale di Locri è un lager e certi reparti non sono degni dell’uomo». Hanno fatto discutere le parole diffuse dal parroco di Roccella Jonica don Francesco Carlino il quale, attraverso la sua pagina Facebook, si è lasciato andare ad un lungo j’accuse contro il nosocomio di contrada Verga. Nel mirino del prete il reparto di Medicina «Dove – sostiene – gli anziani sono abbandonati a loro stessi, soprattutto in questo periodo dove i familiari non possono entrare e controllare come si trattano i nostri vecchi e, come mi è stato detto da una famiglia che ha perso il loro caro, abbandonandoli e lasciandoli cadere dal letto, ferendosi gravemente, rompendosi il femore, quando, oltre alla malattia fisica, si aggiunge anche qualche deficit psichico». Don Carlino poi rincara la dose: «La strafottenza, l’arroganza, la maleducazione di certi infermieri e anche di qualche medico quando si rivolgono ai pazienti anziani necessitano di una loro seria presa di coscienza che stanno contribuendo al disastro della sanità pubblica nella nostra Regione».
Parole pesantissime che non hanno lasciato indifferenti i sindacati, i quali hanno preso le distanze dai modi e dai toni usati dal sacerdote roccellese. «Definire l’Ospedale di Locri un Lager e dire che certi reparti non sono degni dell’uomo – sostengono i sindacalisti della Fp Cgil Giuseppe Rubino e Giovanni Calogero – serve solo a gettare discredito e ingratitudine nei confronti di quei lavoratori, insufficienti che continuano a dare risposte, da soli, senza organizzazione, senza cambio a fine turno, senza alcuna tutela per la propria salute e con la speranza che cambi qualcosa per rendere loro sopportabile la fatica che sopportano quotidianamente. Purtroppo i medici, infermieri dell’Ospedale di Locri vengono tacciati proprio da un religioso di arroganza, strafottenza e maleducazione – continuano Rubino e Calogero – Chi detiene questi spregevoli requisiti ha un nome e cognome. Non è ammissibile infangare categorie, reparti e ospedali per eventuali colpe di qualcuno, esistono procedure precise per ristabilire regole e ridare dignità a chi svolge bene il proprio mandato».
Ilario Balì-ilreggino.it