Ottima la scelta dei Presidenti Imperitura, Strangio e di tutti i sindaci della Locride di celebrare a Platì l’assemblea dei sindaci nella sala della Parrocchia. Una cittadina “simbolo” che “non riesce a ritrovarsi” e, soprattutto,  a non riconciliarsi con se stessa; una cittadina che come dirà nel suo intervento Giorgio Imperitura “ha subito l’onta del Commissariamento” per la mancata partecipazione della popolazione alle elezioni. Al tavolo della Presidenza: Giorgio Imperitura, Sebastiano Strangio, il Commissario prefettizio dott. Rotondi, S.E. il Vescovo della Diocesi Mons. Francesco Oliva ed il segretario verbalizzante. Presenti il Dirigente Capo del Commissariato PS di Bovalino il Comandante la StazIone dei Carabinieri. A porgere i saluti il dott. Rotondi da dieci mesi alla guida del Comune, dopo che l’unica lista presente alle elezioni del 2014 non ha raggiunto il 51% dei voti, il quale ha da subito precisato che i “Commissari” rappresentano l’estrema ratio ma che i cittadini debbono diventare gli artefici della gestione amministrativa ma nel contempo debbono sentirsi sicuri della volontà politica di Governo centrale, Regione e Provincia di vedersi risolvere problemi strutturali che non possono gravare sui singoli.  Ha quindi elencato le emergenze come quella del torrente “Ciancio” con esondazioni che allarmano la popolazione. “I frutti dell’impegno commissariale dovrebbero arrivare, come la sistemazione dell’alveo” ma c’è il grave problema dell’approvvigionamento idrico.  La speranza, che è certezza, ha proseguito Rotondi è che il vicino Comune di Careri verrà in aiuto appena sistemato l’acquedotto che raccoglie acqua del proprio territorio senza che la Sogas possa chiedere alcunché. Ha poi elencato alcune strutture per giovani che quanto prima saranno rese disponibili quali il campo di calcio, un centro di aggregazione giovanile a Cirella e la piazza, pur piccola,  intitolata a Padre Pio. Elogi ai Carabinieri e Commissariato di PS “sempre pronti durante i momenti di allerta per aiutare gli abitanti e non solo al Centro”.  Ha preso la parola Mons. Oliva, “padrone di casa” che ha insistito sulla necessità di recuperare il senso della legalità Vi è certo una corruzione diffusa e quindi c’è una questione morale da affrontare, ma fa rabbia l’immagine che hanno dato di Platì. Non è giusto ed è umiliante per tutta la comunità. “dove ci sono maggiori criticità e fragilità bisogna fare di tutto per aiutare a superare gli ostacoli. Se la gente, si allontana dalla politica, ci sarà un motivo. Se manca la politica del bene comune, idea alta, il sistema democratico vacilla. Bisogna quindi ripartire dalla cultura, sollecitando dibattiti pubblici, esaminando i problemi veri e cercando le soluzioni. Un sindaco deve saper volare alto ma non si deve stare soli, ci vuole la voce di tutti i sindaci della Locride perché è la sinergia che crea il futuro”.  “L’assenza assoluta della civile popolazione platiese ha detto Strangio è un messaggio forte che come Comitato dei Sindaci ci facciamo carico per portarlo a conoscenza delle Istituzioni. Se Regione e Provincia sono assenti, la gente si convince che non val la pena nemmeno andare a votare. Questo non fa bene a Platì e non fa bene alla Locride”.

Sono intervenuti il sindaco di Careri Luigi Giugno, di Benestare Rocca, di Roccella J. Certomà, Calabrese di Locri, Totò Longo Maria Grazia Messineo, Cesare De Leo, Riccio, Fuda, Romeo e tanti altri, tutti convinti che è necessario il ritorno alla politica ed una forte presenza delle Istituzioni per togliere la Locride da un isolamento totale che genera disoccupazione e tenta facili approdi in attività malavitose.

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DIFFICILE LA RICONCILIAZIONE CON LO STATO

 

18 Aprile – La non presenza della cittadinanza, uomini e donne, giovani ed anziani, deve far riflettere Governo, Regione e Provincia. Anche la Chiesa che pure si sta muovendo per risolvere piccoli ma grandi problemi legati ai giovani ed ai bambini.

A Platì non si vota e quando si vota l’esosità delle problematiche amministrative diventano dimissioni in massa e spesso, al nuovo voto non si raggiunge nemmeno il quorum. Cosa c’è che non funziona. Ritornano alla mente le parole di  Romano De Grazia: già Magistrato della Suprema Corte di Cassazione e Presidente del Centro Studi Regionale “G. Lazzati”, che si era candidato a Sindaco proprio per dare un segnale forte alla popolazione: il  27 febbraio 2012, “La nostra, diceva De Grazia,  è una battaglia che ha dietro un disegno ben più ampio di una ordinaria candidatura: l’esposizione personale a Platì e in tutti i comuni sciolti per mafia è indispensabile “per riportare alla luce-la vera essenza della politica”. La nostra è una lista di protesta, dall’alto valore simbolico, o forse, sarebbe meglio definirla una “lista-denuncia” nei confronti di tutta la politica fuggitiva, dinnanzi alla tacita richiesta di un territorio che urla in silenzio di essere soccorso. A Platì e in tutti i comuni in cui si registra una presenza pervasiva della criminalità organizzata serve un rinnovato impegno antimafia  che miri al recupero dell’identità collettiva e della fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini, dei quali solo una bassissima percentuale, alle ultime elezioni, si è recata alle urne. Questo è l’indicatore più eloquente del perché le amministrazioni non durano e del motivo per cui persino l’ufficio del segretario comunale stagna in regime di “vacatio”, ormai da tempo. A Platì non c’è lo Stato, perché tutti scappano.

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Domenico Agostini tratto da www.ilpaese.info