Di Aristide Bava
La tendenza dei turisti, soprattutto stranieri, in quest’ultima estate, ha confermato che i borghi antichi sono una grande fonte di attrattiva e fanno parte di una Calabria pressocchè sconosciuta, anche per molti cittadini del luogo.
Una Calabria che racchiude spesso tesori artistici, strutture architettoniche, tradizioni e culture che fanno parte di quelle testimonianza della storia millenaria del nostro territorio. E se alcuni di essi sono già stati inseriti tra i borghi piu’ belli d’ Italia come Bova, Gerace e Stilo, ci sono anche, a fare da appendice a queste punte di diamante, tanti centri interni ricchi di “tesori” e forti, anche, di una enogastronomia che è ormai diventata un vero e proprio punto di riferimento di quello che gli addetti ai lavori chiamano “il nuovo turismo”.
Nel recente passato, nella Locride che è territorio ricco di borghi antichi, sono stati attivati vari progetti nati dalla sinergia di alcune associazioni e finalizzati proprio a permettere una fruizione dei borghi in periodi solitamente di scarsa affluenza turistica che miravano proprio a permettere una destagionalizzazione del flusso turistico attraverso una fruizione del territorio con approccio ecocompatibile, o sfruttando determinate iniziative contingenti ed ancora approfittando di manifestazioni legate all’enogastronomia locale, spesso legata alle tradizioni popolari. Iniziative che, riteniamo, dovrebbero continuare e svilupparsi maggiormente.
È di pochi giorni addietro il grande successo registrato a Benestare con “Catoja in festa”, manifestazione che si è sviluppata per cinque giorni e che, dunque, non è stato il tradizionale “mordi e fuggi” che si esaurisce in una sola giornata e che concretamente non può stimolare, più di tanto, il forestiero.
La fascia ionica reggina, situata, con l’intera provincia, nel cuore del Mediterraneo, tra mare e montagna presenta proprio nei suoi tanti centri interni, numerose e importanti testimonianze del suo glorioso passato e proprio i borghi antichi sono principalmente gelosi custodi delle vecchie tradizioni che negli ultimi anni sono diventati una forza aggiunta per il settore turistico. Sfruttare di più le vecchie tradizioni locali non sarebbe molto difficile e la valorizzazione dei borghi antichi potrebbe dare una spinta decisiva allo sviluppo turistico di tante zone interne dove oggi, in molte di queste zone, lo spopolamento regna sovrano.
In qualche centro pilota, come Riace o come Camini, le iniziative di rivitalizzazione hanno funzionato e, dunque, la possibilità di realizzare azioni per creare una corretta relazione del turista con questo tipo di ambiente e favorire uno sviluppo di questo settore che non può piu’ essere limitato a presenze occasionali ma deve puntare ai grandi numeri, può diventare fattibile e soprattutto concreta.
Questo tipo di iniziative potrebbero portare certamente anche economia, occupazione e sviluppo sociale. Sono considerazioni sulle quali sono doverose attente riflessioni. Il settore turistico, per il territorio, è l’unica “industria” possibile; e la valorizzazione dei borghi antichi è una strada che si dovrebbe percorrere senza eccessivi indugi.