Oltre 90 chilometri di coste, un mare pulito e pescoso, un patrimonio montano variegato, un clima unico e propizio: la natura ha donato alla nostra provincia uno degli angoli più belli del mondo.
Incastonati tra l’Aspromonte, rigoglioso nella sua natura incontaminata, ed il mitico mare Jonio, dal quale vennero i Greci, portatori della cultura, dell’arte e della grandezza dell’Ellade, si trovano i 42 comuni che compongono il territorio della Locride, appartenente alla Regione che Corrado Alvaro definì la “regione più misteriosa e inesplorata d’Italia”.
La Locride è accarezzata da una larga e bianca spiaggia che si estende lungo gli oltre 90 km di quella che viene comunemente chiamata la Costa dei Gelsomini. La pianta di gelsomino, diffusa in tutta la provincia reggina ma tipica soprattutto del territorio della Locride, dà il nome ad una delle coste più belle d’Italia, unica per continuità e bellezza. Ma la Locride non è solo mare cristallino, spiagge caraibiche e alte scogliere, infatti grazie alla presenza di uno spartiacque naturale tra Jonio e Tirreno, alcuni dei comuni che compongono l’area ricadono proprio all’interno del Parco nazionale dell’Aspromonte, parliamo di Africo, Antonimina, Bruzzano Zeffirio, Canolo, Careri, Caulonia, Ciminà, Gerace, Mammola, Platì, Sant’Agata del Bianco, Samo e San Luca. Questi borghi, che abbondano di storia e tradizione, sono la cornice di un paesaggio ricco di contrasti e, senza dubbio, unico nel suo genere.
Il territorio della Locride si caratterizza anche per le sue tradizioni e per le sue specialità gastronomiche: un territorio così variegato non può che regalare prodotti tipici di altissima qualità, come salumi, olio e formaggi.
La Costa dei Gelsomini è anche celebre per le produzioni artigianali tra cui i tessuti realizzati a mano con i telai e le terrecotte di Gerace, la lavorazione del legno e delle pregiate pipe in radica di Serra San Bruno.
Canolo
Canolo è un comune italiano di 769 abitanti della provincia di Reggio Calabria e fa parte della Locride. Il nome del comune proviene dal greco κάναλος che significa canale o fonte.
STORIA
La fondazione dell’antico borgo pare essere collocata ai tempi delle invasioni saracene che costrinsero gli abitanti a rifugiarsi nell’entroterra, tra il VII e IX infatti la Calabria fu fatta oggetto da parte degli arabi di dure invasioni che non sfociarono però in una occupazione duratura, come avvenne in Sicilia ma si limitarono a scorrerie e depredazioni. Durante il periodo feudale Canolo fece parte del principato di Gerace, ne fu casale e ne seguì quindi la sorte. Nel 1783 fu colpito dal terremoto.
GEOGRAFIA
Canolo si trova sul versante orientale dell’Aspromonte, sui Dossoni della Melia, dai quali domina la Costa dei Gelsomini. Il paese è situato al centro di due canyon scavati nella roccia dalle fiumare Novito e Pachina. Il monte Mutolo domina l’abitato con le sue caratteristiche vette dette Dolomiti del sud per le loro forme. L’abitato di Canolo Nuova nasce a seguito dell’instabilità geologica del vecchio centro.
ECONOMIA
Il sostentamento del comune si basa su una produzione agricola praticata su piccola scala, ed allevamento di animali. L’unica produzione industriale presente ed oggi occupante una cinquantina di persone è quella dell’estrazione di marmo colorato, pirite ed altri prodotti edili. Oramai perso è l’allevamento del baco da seta e la pratica della conceria delle pelli.
La rivalutazione turistica dell’area passa dalla riqualificazione delle ricchezze naturalistiche presenti e stimolate dall’inserimento della zona nell’area del Parco Nazionale dell’Aspromonte, grazie alla quale si è sviluppata in questi anni una pratica escursionistica sulle stupende Dolomiti del Sud che ha come centro proprio i boschi intorno a Canolo Nuova, con la nascita di infrastrutture ricettive e piccoli negozi che offrono prodotti locali, per i quali, visto il turismo-culinario è stato richiesto il marchio di origine controllata.
FRAZIONI
Canolo Nuova
Si ringrazia per la foto il signor Rocco Calogero