Approderà in appello il 2 marzo il filone dell’abbreviato del processo nato dall’operazione antidroga “Green Day” nei confronti degli 8 imputati, accusati a vario titolo e con modalità differenti, di associazione per delinquere di stampo mafioso, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacente ed altro.

Il processo si è concluso in primo grado con condanne che vanno da 2 anni a un massimo di 10 anni e 6 mesi di reclusione. Pena, quest’ultima, che è stata disposta nei confronti di Giorgio Violi, a fronte di una richiesta a 20 anni di reclusione. Nell’interesse del 45enne, residente a Sinopoli, hanno concluso gli avvocati Giovanni Taddei e Guido Contestabile, che hanno ottenuto l’esclusione di alcune aggravanti, quali quello di capo promotore della presunta “narcoassociazione” e quella dell’ingente quantitativo di droga. Sono stati condannati a 9 anni e 10 mesi ciascuno Salvatore Sainato e Vincenzo Sainato, ai quali è stata riconosciuta la recidiva, anche se, per come evidenziato dall’avvocato Leone Fonte entrambi gli imputati, residenti a Gioiosa Jonica, erano stati scarcerati dal Tribunale della libertà. Per quanto riguarda Luca Benci l’avvocato Fonte ha rilevato che «la condanna a 8 anni di reclusione, rispetto ai 18 richiesti è un dato importante per determinare la posizione processuale de mio assistito, al quale è stato escluso il ruolo di capo promotore dell’associazione dedita al narcotraffico, escludendo anche l’ingente quantità».

Leggi l’articolo completo sull’edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Calabria