Un’antica civiltà contadina, di un popolo laborioso, che dalla terra , ricavava tutto, dalle farine autoctone di qualità senatore cappelli e verna, ottimo orzo , mais, ottimo vino e olio extra vergine , frutto della macinatura di olive  a freddo su pietra. Che dire, oggi sentire profumi e gusti di un tempo, che si avvicinano alle antiche tradizioni che i nostri nonni tramandavano e che da piccini, ci portavano ad assistere ed aiutare a produrre il pane in casa , nel forno a legna  che ogni famiglia aveva e che in maniera indipendente si sosteneva seminando  in grandi appezzamenti , i grani resistenti che questa terra produttiva alimentava , portando a ricavare dagli stessi farine d’ottima qualità” made in Calabria” davvero, che non subiva nessuna modifica OGM, non subiva nessun tipo di  trattamento con pesticidi e insetticidi chimici.

 

Cambiato tutto nell’eco- sistema, sono stati modificati dall’ uomo, alcuni equilibri  per il cieco business e per le colture veloci che possano  rispondere ai mercati ed alla comanda dei consumatori . Se vivere in città offre tanto ,toglie anche tanto, tipo   certi gusti e alcune certezze alimentari che  in alcuni paesini , nelle aree interne , dove ancora ci sono piccoli produttori e piccole filiere si producono delle ottime farine e dalla loro trasformazione   si portano sul tavolo dei consumatori , prodotti da forno, ad uso antico, prodotto in forni a legna , con legna di controllati , dove si rispettano tutte le norme igienico- sanitarie.Nei nostri borghi troviamo le nonnine moderne , che producono il pane in casa nel loro prezioso forno come allo stesso tempo troviamo panifici che producono anche il pane casareccio fatto nel forno a legna con farine autoctone, controllato  e mosso per cuocersi omogeneamente con la classica “pala”. Ormai questi prodotti da forno vengono commercializzate anche nei market , nelle moderne “putihe” ,come allo stesso modo i piu’ dinamici commercialmente li spediscono celermente nel nord dell’Italia per le varie e numerose comunità calabresi fuori regione.

Continuando con le nostre tradizioni identitarie di una civiltà contadina sana e forte, dopo aver assistito  alla produzione del pane fatto in casa , con delle farine di qualità , di certa provenienza regionale , con l’utilizzo del lievito madre sempre rinnovato dalle panettiere che ci hanno ospitato, non possiamo che non approfittare di  cenare assaporando la pitta,che e’ il primo gustosissimo prodotto del forno, quel prodotto che testa la giusta temperatura per cominciare a infornare i panetti di pasta di pane appena preparati, pitta che conciamo come i nostri avi contadini, “NOBILI custodi TERRONI ” e curatori della nostra terra che COLTIVANDOLA , controllandola , la vivevano abitandola e nelle loro giornate estive la pitta veniva  la condita con olio extra vergine di olive delle colline dello Stilaro , peperoncino, origano e sale, in una  semplice quotidianità povera di lussi , ma ricca di dignità,  onestà e umiltà, che condivano la  forte identità che oggi ognuno di noi nel proprio ambito deve ricordare e tramandare.

 

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Gianpiero Taverniti