Di padre originario di Salice (Me) e madre di Grotteria (Rc) , Fabio Ilacqua è un uomo “bucolico”, profondamente acculturato e lontano anni luce dalla cultura dei millennials. Francesco Gabbani è indubbiamente l’artista del momento e la curiosità del Paese intero è tutta rivolta su di lui. Eppure, il cantante di Carrara deve condividere il merito col suo paroliere con origini locridee, che lo ha portato alla vittoria scrivendo per lui sia il testo di Amen che quello di Occidentali’s Karma
Intervistato dal Corriere della Sera, Fabio Ilacqua racconta della sua vita, lontana da tutto e da tutti.
Potrebbe capitarvi di vederlo imbracciare una vanga e tirar su zucchine, oppure, sbirciando dalla finestra del suo studiolo, con un pennello in mano, schizzare sulla tela. Più probabile che lo incontriate al circolo di Casbeno a Varese, mentre gioca a carte e chiacchiera con un bicchiere di vino in mano. […] Agricoltore, pittore, falegname e poeta insieme. Tutto ciò fa di lui un paroliere.
Un uomo decisamente lontano dai cliché dell’autore di musiche sanremesi.
Lavora in uno studio di 10 metri a Fogliaro, periferia di Varese, dove ha un computer per scrivere gli accordi, una matita per scrivere le parole, una tastiera per suonare, una decina di pennelli per colorare, migliaia di libri. “Ero in quella gabbia di matti di Sanremo, il primo pensiero dopo la vittoria è stato quello di telefonare a mio padre. ‘È merito tuo gli ho detto’. I genitori si realizzano così, con i figli”.
Un uomo, Fabio Ilacqua, che vive con poco e non segue le mode del mondo occidentale, come scrive nella sua canzone.
Lei è “contemporaneo come l’uomo del neolitico”, scrive in Occidentali’s Karma.
“Infatti non ho… come si chiama? Smartphone? iPad, iPod, per me son tutti uguali. Quella roba che si usa con un dito. Non la voglio neanche regalata. Non voglio essere reperibile. La parola Facebook non mi piace”.
Tra pittura e coltivazione, il paroliere di Gabbani è abituato a letture profonde e ascolti di grandi autori.
“Sono cresciuto con la musica dei cantautori, Guccini, De André, Fossati, Conte, Matteo Salvatore e Bertoli”.
Sullo screensaver del computer appare Pier Paolo Pasolini, come mai?
“Lo divoro. È stato un grandissimo artista che ha visto le cose prima che accadessero. Io continuo a leggerlo ancora”.
Ilacqua racconta anche com’è nata l’idea di Occidentali’s Karma.
“Nasce dall’idea di lavorare su un testo sociale, Francesco mi ha mandato la base nella quale canticchiava in un finto inglese, io tento di capire la morale, la cultura dell’uomo occidentale e dove porta quello che sta seminando l’Occidente. Cinicamente direi che la direzione non va bene. Riporto in parola quello che vedo in maniera pittorica”.
Infine, la spiegazione dell’evidente riferimento della “scimmia nuda”.
“Nasce dalla lettura di La scimmia nuda dell’antropologo Desmond Morris. Tra le 193 specie di scimmie, l’uomo è l’unica scimmia a non essere provvista di pelo. Mi ha fatto venire in mente una poesia di Quasimodo, Uomo del mio tempo che dice sei ancora l’uomo della pietra. Quindi siamo questo: in giacca e cravatta, con i cellulari, crediamo di aver sconfitto la Natura. In realtà siamo nelle caverne perché gli istinti della competizione sono rimasti gli stessi”.
corriere – lr