Le mani della ‘ndrangheta sul Veneto produttivo, sulle aziende bisognose di liquidità e vessate dalle cosche. È questo lo scenario descritto dagli investigatori dei carabinieri del Comando provinciale di Padova nell’ambito dell’operazione “Camaleonte-bis” approdata davanti al gup di Venezia Francesca Zanin, che da oggi inizia a raccogliere le richieste difensive e dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 52 indagati.

Il legame tra Calabria e Veneto è rappresentato, secondo gli inquirenti, da una serie di rapporti intrattenuti dai fratelli Michele e Sergio Bolognino, originari di Locri, e indagati in questo procedimento penale dopo essere rimasti coinvolti in altre inchieste sulla presenza della ‘ndrangheta al Nord.

Altri indagati originari della Locride sono Francesco e Noemi Andrea Bolognino, Francesco Agostino, Stefano Marzano. Del cosentino invece sono Leonardo e Domenico Nardella e Antonio Mangone. Il numero maggiore riguarda indagati originari del crotonese come Giuseppe e Giulio Giglio, Vincenzo Marchio, Valter Zangari, Mario Vulcano, Antonio Brugnano, Francesco Depasquale, Carmine Colacino, Donato Clausi, Francesco e Pasquale Scida, Giuseppe Rechichi, Antonio Muto, Gaetano Blasco, Antonio Carvelli, Salvatore Paolini.

L’articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione della Calabria