Il centro storico di Caulonia è stato recentemente protagonista delle Giornate Fai (Fondo per l’ ambiente italiano) che nella Locride, grazie soprattutto al buon lavoro di un folto gruppo di volontari , da molti anni sta facendo un ottimo lavoro per valorizzare gli immensi tesori culturali che esistono sul territorio. Giusto ricordare che negli anni scorsi i riflettori sono stati accesi anche su alcuni siti di particolare valenza come il Naniglio di Gioiosa jonica, la Villa Romana di Casignana e il borgo antico di Siderno superiore che – è giusto dirlo – molti degli stessi cittadini della Locride non conoscevano per come “tesori” di questo genere avrebbero meritato indipendentemente dal positivo interesse stimolato dal Fai. Questo conferma quello che da molti anni gii “esperti” si sforzano di evidenziare ovvero che la Locride è piena zeppa di grandi “tesori” architettonici e culturali che potrebbero da soli fare la sua fortuna ma che, purtroppo non sono per niente conosciuti e, comunque, sono scarsamente valorizzati, probabilmente anche perché il territorio si porta appresso molte remore di vecchia data che hanno fatto da “freno” al suo sviluppo. Ed è, questo, un vero peccato perché, a conferma di quanto gli stessi operatori turistici del territorio si stanno sforzando di dire da parecchi anni il settore turistico potrebbe essere il grande volano per creare occupazione e sviluppo e far uscire la Locride dalla precarietà in cui si trova. E la presenza dell’immenso giacimento culturale esistente in questo lembo di terra è certamente il suo principale punto di forza. Se, dunque, è giusto dare al Fai il merito di far “scoprire” a tanta gente i tesori esistenti sul territorio è anche giusto evidenziare che si fa troppo poco per valorizzare questi beni e che, certamente, i riflettori annuali del Fai non possono bastare a dare la svolta decisiva a questo importante settore. Per tornare alle giornate Fai di Caulonia, ad esempio, abbiamo registrato le considerazioni di molte persone che sono rimaste affascinate da quanto hanno avuto modo di vedere; persone che gravano sul territorio, che magari abitano in altri centri viciniori e che non avevano neppure idea del grande potenziale esistente in questo centro storico ricco non solo di una serie di caratteristiche viuzze, di un potenziale urbanistico di indubbia bellezza, di un panorama mozzafiato ma soprattutto di una serie di chiese all’interno delle quali sono custoditi autentici tesori culturali che hanno stupito anche chi è avvezzo ad ammirare i grandi gioielli del Bel Paese; come ad esempio il pulpito del 1500 custodito nella Chiesa dell’Immacolata accanto ad un organo del 1700 di rara bellezza. I visitatori hanno potuto ammirare anche la toccante immagine del Cristo alla Colonna, un autentico capolavoro di scultura napoletana realizzato alla fine del XVII secolo che sembra scolpito nel marmo ma poi ci si accorge che è realizzato in legno. Suggestivo anche il percorso organizzato che si è snodato nel cuore dell’antica città partendo dalla Porta del Salvatore, ingresso principale attraversa la Giudecca, tocca i principali poli urbanistici e i più rappresentativi monumenti e arriva fino al Castello feudale, situato in cima alla rocca. Durante il percorso tappe di indubbio interesse con la visita a parecchi beni: Chiesa dell’Immacolata, ruderi della Chiesa di S. Zaccaria con l’affresco medievale e Chiesa del Rosario, Chiesa matrice “La Cattolica” e Monumento funerario Carafa, Castello feudale. Il tutto con la cornice di un folto gruppo di giovani “Ciceroni” reclutati in varie scuole della Locride che hanno saputo stimolare al meglio l’interesse dei visitatori e che meritano veramente un grosso plauso per il loro impegno. E proprio in questi giovani potrebbe essere ricercata la chiave giusta per il futuro della Locride. Le scuole possono diventare fonte di conoscenza e dalle scuole puo’ partire la valorizzazione del grande patrimonio esistente, condizione imprescindibile per incrementare questo particolare tipo di turismo che rimane ancora troppo limitato per quello che realmente il territorio merita.

Aristide Bava

12938098_10207751958030041_2072797548675588328_n