Non tutti sanno che il popolare giornalista della Rai Giovanni Scaramuzzino è calabrese di Roccella Jonica ed ha iniziato a muovere i suoi primi passi da giornalista sportivo con l’emittente televisiva locale Trs di Siderno . Sul suo profilo del sito Rai si legge: radiocronista: un po’ per scelta, un po’ per caso. Sicuramente per passione. E siccome “una cronaca alla radio dice che una punta attacca verticalizzando l’area di rigore”, la citazione riporta dritta dalle parti di Franco Battiato che, con le sue canzoni, è per me uno dei compagni di viaggio più assidui tra una meta e l’altra. Tra i libri scelgo “Old Calabria” di Norman Douglas. Sono da sempre stregato dalle capacità interpretative di Anna Magnani, ma non mi stanco mai di rivedere film come “Caccia al ladro” oppure “A qualcuno piace caldo”. Sono cresciuto, dalle Elementari al Liceo, accompagnando da lontano – grazie anche alla radio – la lunga ed emozionante carriera di Francesco Moser. Mi piacciono molto le strade del ciclismo specie quelle di campagna che in Italia a volte paiono spuntare dal nulla e che, soprattutto, sembrano non portare da nessuna parte: quelle senza sacchi di spazzatura ai margini o rifiuti vari sparsi dappertutto, quelle con un fossetto laterale per lo smaltimento delle acque perfettamente pulito e funzionale anche d’estate. Per fortuna, ne esistono ancora da qualche parte: sono le strade che lasciano sui vestiti la polvere e dentro il profumo di terra. Vien voglia di fermarsi e non andare più via. Per me, il radiocronista ideale è quello capace di far percepire agli ascoltatori anche gli odori. Forse non esiste, ma non è male pensare che ci sia.
Alla domanda su quali i problemi da superare e gli errori da evitare e, soprattutto, che consigli darebbe a quanti desiderassero avvicinarsi all’attività giornalistica o dar vita ad una nuova realtà, nell’ambito della carta stampata o della radio e della televisione, Giovanni Scaramuzzino ha risposto cosi: “di avere passione, di crederci, di non arrendersi alle prime difficoltà. Uno dei protagonisti del romanzo è un radiocronista di un’emittente locale. Sarà lui a dare una bella lezione di giornalismo e di altruismo ai cosiddetti grandi dell’informazione proprio perché attento nei confronti di quei particolari che sembrano all’apparenza insignificanti. In questo mestiere credo che senza umiltà e curiosità non si vada da nessuna parte. Chi si sente arrivato dopo i primi anni di attività e chi giudica i colleghi in base alla testata dove lavorano dovrebbe ricordare che i protagonisti sono sempre gli altri, non chi racconta la loro storia, ma chi la vive, sia esso un fatto di cronaca, di politica, di economia, di sport o di spettacolo. In conclusione, un bravo giornalista è tale sia che lavori in un foglio condominiale o rionale sia che giunga ad essere la prima firma di un prestigioso quotidiano che tira un milione di copie. Senza entusiasmo non si va da nessuna parte. In questo senso, un derby tra Marina di Gioiosa e Roccella, tra Locri e Siderno, tra Bovalinese e Ardore vale quanto Brasile-Olanda ai Mondiali di calcio ovvero anche la più piccola emittente locale ha la sua grande dignità adattandosi a quelle che sono le esigenze del proprio pubblico senza però divenirne schiava, anzi contribuendo a una crescita collettiva che dà senso professionale al nostro lavoro. E infine mai cadere nel tranello della presunzione. Un giornalista non deve dimostrare di sapere tutto, ma deve essere per prima cosa capace di sapere dove cercare e dove trovare le cose che non sa”.
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foto tratta da http://www.rai.it/