Nella compravendita della casa sequestrata a Fabrizio Corona spunta anche il pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo che sarebbe stato beneficiario di parte dei pagamenti. Il risvolto emerge dal decreto di sequestro firmato dai giudici del Tribunale di Milano sezione misure di prevenzione, che ricostruiscono tutte le fasi del complicato affare. L’operazione con cui è stato acquistato l’appartamento sequestrato oggi a Fabrizio Corona a Milano, oltre “all’interposizione fittizia” come acquirente “di Marco Bonato” ex collaboratore e coimputato del fotografo, ha “aspetti ulteriori di presumibile illiceità”: si va dal rogito effettuato a Reggio Calabria, a “oltre mille chilometri dal luogo ove si trova l’appartamento”, alla “interposizione fittizia” anche sul versante della parte che ha venduto, fino alla “destinazione di buona parte delle somme così corrisposte ad un pregiudicato di origine calabrese, Vincenzo Gallo. E’ quanto si legge nel provvedimento con cui i giudici della sezione misure di Prevenzione del Tribunale, Maria Gaetana Rispoli, Giuseppe Cernuto e Mario Pontani, hanno accolto la richiesta del pm della Dda Alessandra Dolci. Secondo la ricostruzione, chi nel 2008 ha “formalmente” venduto l’immobile sono i coniugi Ceravolo e Gallo ma in realtà dietro di loro si celava Luca De Filippo, il commercialista coinvolto nell’indagine romana che ha portato a un nuovo arresto dell’immobiliarista Stefano Ricucci. Inoltre, sottolinea sempre il provvedimento, buona parte dell’importo corrisposto da Bonato – soldi distratti dal fallimento della Corona’s per confluire nell’altra società dell’ex re dei paparazzi, la Fenice – sono finite nelle tasche di Vincenzo Gallo, “pregiudicato” e parente di Domenico Gallo, imprenditore calabrese considerato da tempo un nome noto delle costruzioni stradali e arrestato di recente nell’ambito dell’inchiesta sulle grandi opere.

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