Due ergastoli confermati e tre assoluzioni, questo è l’esito del processo di secondo grado relativo alla “Faida di Volpiano” che si è concluso ieri a Torino, la storia riguarda un triplice omicidio del 1997 che secondo l’accusa rientrava in un regolamento di conti tra gruppi legati alla ‘ndrangheta. Un quinto imputato, che era stato condannato a trent’anni, e’ stato assolto (così come i due ai quali era stato inflitto il carcere a vita).
Il caso è quello della scomparsa di Antonio Stefanelli, del nipote Antonino e del loro guardaspalle, Francesco Mancuso, che furono uccisi, secondo gli inquirenti, in una villa di Volpiano per vendicare un omicidio precedente. L’ergastolo è stato confermato per Rosario Marando e Natale Trimboli.
Secondo la tesi accusatoria la reazione omicida degli attuali imputati sarebbe stata scatenata dalla precedente uccisione di Francesco Marando, attribuita alle future vittime. Francesco, “Ciccio”, Marando, all’epoca latitante, venne ritrovato cadavere a Chianocco, in Val di Susa, nel giugno del 1996. Gli Stefanelli ed i Marando erano legati dalle parentele e dagli affari. Una partita di cocaina non pagata avrebbe però scatenato la faida fra le due famiglie.
I difensori di Marando Rosario e di Trimboli Natale hanno già preannunciato di confidare nell’esito del ricorso per Cassazione che non mancheranno di proporre. I corpi – ad eccezione di quello di Romeo – non sono mai stati ritrovati. Tre fantasmi insomma, nel processo intanto si è costituita parte civile Maria Stefanelli, sorella di Antonino Stefanelli e moglie di Francesco Marando
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