Conti correnti, quote societarie, appartamenti sparsi a Brancaleone, Bianco, Sant’Agata del Bianco e Bovalino. Sono i beni che il tribunale di Reggio Calabria ha posto sotto sequestro e confisca nell’ambito dell’indagine denominata “Metropolis” sulla presunta infiltrazione mafiosa nel settore immobiliare turistico residenziale della fascia jonica reggina. I giudici reggini hanno disposto, inoltre, che l’amministrazione sia conferita all’Agenzia dei beni confiscati dopo l’approvazione del rendiconto finale. I magistrati, tuttavia, hanno disposto il dissequestro di numerosi altri beni immobili , conti, autovetture, ed altro riferibili ad alcuni degli indagati o loro congiunti.
Gli imputati al processo devono rispondere di intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali e molto altro. Un flusso infinito di capitali triangolavano fra il Nord Europa, la Spagna e la Calabria e solo grazie a un errore tecnico che ha portato al fallimento della società schermo italiana è stato possibile ricostruire tutto. A mettere gli inquirenti sulle tracce del business milionario che le famiglie mafiose avevano messo in piedi è stato un controllo occasionale su un’auto proveniente dall’Albania effettuato da due finanzieri di Bari. A bordo non solo c’erano quattro persone di San Luca, già note alle forze dell’ordine, ma soprattutto le planimetrie del complesso turistico-alberghiero “Gioiello del mare”, finito sotto sequestro perché totalmente abusivo, riconducibile alla Metropolis 2007 srl, una delle società della galassia dei clan. Un particolare che ha acceso l’interesse investigativo degli inquirenti che per anni hanno battuto la pista dell’edilizia turistica e residenziale fino a scoprire la rete tessuta dalla mano lunga dei clan.

ALESSANDRA BEVILACQUA

SIMBOLICA GIUSTIZIA AGENZIA BETTOLINI (Agenzia: DA RACHIVIO) (NomeArchivio: PAV-G1ig.JPG)