Aristide Bava
Nella Locride si registra una grande delusione per la mancata elezione di qualche rappresentante politico del territorio. In molti pensavano che,almeno il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, ce la potesse fare. Così, purtroppo, non è stato. Un peccato perchè sono in molti a pensare che il momento attuale, per la Locride, è quello più importante per disegnare il suo futuro anche sulla spinta emotiva che sta creando la candidatura a Capitale Italiana della cultura 2025. Anche se – è bene dirlo- la situazione esistente sul territorio è tutt’altro che positiva e, proprio per questo, una eventuale rappresentanza in Parlamento di uomini della Locride avrebbe potuto contribuire a risolvere qualcuno dei tanti problemi del territorio, ormai abbastanza noti.
Pochi collegamenti, sistema sanitario in ginocchio, lunga attesa per una 106 che anzichè essere arteria di vita continua ad essere arteria di morte , turismo legato a problemi atavici che malgrado gli enormi sforzi che si stanno facendo non riesce a decollare per come dovrebbe. Queste sono tutte cose che pesano negativamente anche se ci sono quelli, comunque, che, malgrado tutto, credono ancora nella possibilità di un forte rilancio del territorio. D’altra parte è giusto che sia così.
Non bisogna mai perdere tutte le speranze. Si spera quindi che il progetto strutturato per la candidatura possa servire a sollecitare necessarie iniziative per il futuro. Non ci stanchiamo di dire che le potenzialità per un adeguato sviluppo del territorio esistono.
La stessa presenza del Porto di Roccella – di cui ancora non si è veramente capita la grande importanza – è una forza aggiunta. Molti pensano anche che il segreto principale è quello di realizzare una visione d’insieme del territorio per cogliere obiettivi capaci di promuovere a tutto campo il comprensorio. Cosa che sino a questo momento non si è fatta per gli spiacevoli “campanilismi” che spesso hanno bloccato anche iniziative di largo spessore. Molti dicono che questa sia ormai una fase superata e che, quindi, adesso si può ragionare in maniera diversa e costruttiva. Speriamo. C’è, poi, chi pensa che la possibilità ottimale sia quella di incrementare il settore turistico forte di grandi potenzialità riconosciute da tutti ma mai sfruttate a dovere.
Certamente sono considerazioni attendibili ma intanto sarebbe opportuno mettere assieme le cose positive e puntare, intanto, a sfruttare quello che è possibile sfruttare non perdendo di vista, però, la necessità di guardare anche al futuro. Resta la necessità, però, che oggi, perchè si possa sperare veramente l’auspicato cambio di passo sia doveroso uno sforzo complessivo e, soprattutto, diverso dal solito. E non guasterebbe se anche le amministrazioni locali e gli stessi rappresentanti della Città Metropolitana e/o della Regione si adeguassero a questa necessità. Anche e soprattutto, nel momento in cui grazie a Locride Capitale della cultura pure i riflettori nazionali sono puntati sul territorio della Locride. E’ chiaro che qui non bastano il solo mare , il solo sole, i soli monti e i soli borghi antichi per rilanciare il territorio e la stessa Calabria. Anche se, per fortuna, sono cose che abbiamo e delle quali possiamo vantarci.
Ma bisogna ripartire proprio da quello che abbiamo, per programmare ipotesi progettuali capaci di dare soluzione ai problemi e arricchire le potenzialità del territorio. Ci spieghiamo meglio: Abbiamo il mare ma bisogna far funzionare i depuratori; abbiamo la montagna ma bisogna rendere agevole i suoi percorsi e ripulirla dell’ammasso di rifiuti che negli ultimi anni sono disseminati dappertutto; abbiamo il sole ma bisogna favorire il buon funzionamento della stagione balneare e allungarne i tempi, abbiamo i borghi antichi ma bisogna qualificarli e valorizzarli. Senza dimenticare i tesori archeologici e senza dimenticare l’enogastronomia , eccellenze indiscusse del territorio che sono la principale spinta per attrarre turisti e visitatori.
Locride Capitale della cultura ci offre qualche possibilità immediata ma questa possibilità deve camminare con i piedi e la capacità degli uomini e, soprattutto, con la loro volontà operativa. Non resta che domandarsi se questa volontà esiste !