Si apre domani l’udienza preliminare del procedimento scaturito dalla maxioperazione “Eureka”. Davanti al gup distrettuale di Reggio Calabria sono 115 gli indagati per i quali la Dda reggina, guidata da Giovanni Bombardieri, ha chiesto il rinvio a giudizio per associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione dedita al narcotraffico riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori ed altro ancora. All’udienza, che si celebrerà nell’aula bunker di viale Calabria, potranno pendere parte ed eventualmente costituirsi parte civile le parti offese individuate nel Ministero dell’Interno, nella Regione Calabria e nel Comune di Bianco.

Come riporta Rocco Muscari su gazzettadelsud.it, l’indagine si è incentrata su alcuni soggetti ritenuti riconducibili un clan Nirta di San Luca attivo a Genk, in Belgio, dove, secondo l’accusa, tra l’altro, sarebbe stata dedita al narcotraffico a livello internazionale. Le attività dell’Arma sono state progressivamente estese a diverse “famiglie” di San Luca toccando pure la “locale di ‘ndrangheta” di Bianco, della quale sarebbero stati ricostruiti gli assetti interni, numerose condotte di acquisto di cospicue quantità di cocaina per il mercato locale (non concretizzatesi per mancanza di accordo con i fornitori), di detenzione e porto di armi da guerra rese clandestine, di reinvestimento di capitali illeciti in attività imprenditoriali sia in Italia che all’estero nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.
Con riferimento al narcotraffico internazionale è emersa, secondo l’ipotesi investigativa, l’operatività di tre associazioni contigue alle maggiori consorterie del “Mandamento jonico” reggino, con basi operative in Calabria e ramificazioni in varie regioni italiane e all’estero.

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