I GIOVANI SE NE VANNO : PECCATO. MA PER CHI RESTA CHE SPERANZA C-E’ ?
Aristide Bava
SIDERNO – E’ innegabile che i giovani della Calabria e della Locride in particolare se ne vanno e se la ragione fondamentale per cui si emigra è il lavoro, non bisogna sottovalutare la generale mancanza strutturale di opportunità che porta a emigrare verso Paesi che offrono migliori opportunità educative, formative, professionali e di avere, insomma, una vita indipendente. Di questo avviso è Maria Teresa Fragomeni, già assessore regionale che ha manifestato la sua intenzione a candidarsi a sindaco che, in una sua nota, si sofferma su alcune significative riflessioni. “I giovani che decidono di rimanere – dice – devono affrontare un pendolarismo interno a dir poco faticoso, treni e trasporti pubblici inefficienti, servizi sanitari inadeguati, infrastrutture praticamente inesistenti in un quadro complessivo che evidenzia un grave ritardo dello sviluppo. Un fenomeno sul quale neanche le misure a sostegno dell’occupazione, e i progetti per dare ai nostri ragazzi l’opportunità di restare nel loro paese d’origine, hanno inciso come si sperava” Maria Teresa Fragomeni è dell’avviso che questo stato di cose . “potrebbe portare il tasso di disoccupazione giovanile in Calabria anche oltre al 60% testato dalle più recenti valutazioni statistiche, che hanno visto la Calabria inserirsi sul triste “podio” della Regione con la maggiore percentuale di giovani che attraversano i confini. Se si continua così la nostra Regione sarà privata delle forze più giovani e qualificate, sulle quali fondare un solido processo di sviluppo economico, sociale e demografico”. C’è una ricetta ? . Per la >Fragomeni ” E’ necessario arginare questo triste fenomeno, agire su più fronti per spezzare questo “circolo vizioso” e riavviare il giusto processo di sviluppo: istruzione e produzione, tecnologia e incremento della cultura dell’innovazione, ma anche miglioramento del sistema infrastrutturale, sanitario e sociale della Regione. Sarà importante intervenire sul taglio dei contributi sociali a carico delle imprese per i salari medi e bassi, che favorirà maggiore occupazione e crescita economica. Sulla riforma delle politiche attive del lavoro insieme a una riforma dell’apprendistato e corsi professionali che facilitino l’inserimento nel mondo del lavoro o in percorsi educativi per i giovani attualmente esclusi, che non studiano e non lavorano. E poi ancora sulla riforma dell’educazione, garantendo una maggiore spesa, anche in ricerca e sviluppo”. Il problema non è certo di facile soluzione e bisogna prendere atto – ammette Maria Teresa Fragomeni – che “.L’Italia di oggi sta cercando di uscire da una crisi sanitaria e si appresta ad affrontarne una sociale paragonabile a una ricostruzione. E lo dobbiamo dire chiaramente: questa ricostruzione se non vedrà coinvolti attivamente i nostri giovani, non ci consentirà di risollevare la nostra Regione, e il nostro Paese. Dobbiamo ripartire dai ragazzi che si sono impegnati in questi mesi così difficili. La sfida che ci attende non ammette risposte non all’altezza, non ammette indecisioni. Dobbiamo lavorare per un’inversione di tendenza, partendo dalle ultime iniziative del Governo che puntano sul rilancio del Mezzogiorno come volano per il rilancio del Paese tutto, che grazie allo sgravio contributivo potranno favorire la diminuzione dei giovani disoccupati al Sud” Nelal parte finale della sua nota Maria Teresa Fragomeni puntualizza che “.Le risorse economiche finalmente ci sono, e ci sono anche quelle umane: i giovani calabresi hanno voglia di intraprendere un lavoro autonomo, e di farlo nella nostra regione, l’Università della Calabria è al secondo posto nel mezzogiorno come numero di spin-off ed esistono già centinaia di start-up innovative distribuite nei settori di produzione software, ricerca e sviluppo, attività di informazione e molto altro”.
nella foto Maria Teresa Fragomeni