Ho preso a cuore il caso della piccola Maria Pia, una bambina calabrese affetta da trisomia 13 parziale, una patologia che le ha causato danni cerebrali e motori.
Ieri ho sentito telefonicamente Simona Coluccio, sua madre, che da anni porta avanti una battaglia di dignità per colmare i vuoti che spesso la sanità locale lascia ricadere sulle persone più fragili.
Simona è una donna disperata, che considera comunque la disabilità di sua figlia come un dono. Lei e Giulia, sorella di Maria Pia, hanno annullato le proprie vite per dare assistenza alla piccola.
Questo compito però spetta soprattutto alla sanità locale che ha il dovere di fornire a Maria Pia tutto il giusto supporto che una bambina in condizioni di così profonda difficoltà deve necessariamente avere. Supporto nella propria terra e non fuori regione come le è stato indicato.
Maria Pia ha bisogno dell’assistenza infermieristica e di molti altri accorgimenti medico-sanitari che purtroppo ad oggi sono ancora disattesi, tanti sono i pazienti come Maria Pia che spesso sono lasciati soli. Ecco perché la battaglia di mamma Simona è la battaglia di tutte le mamma per tutti quei figli speciali e unici.
Questo è inammissibile, noi rappresentati delle istituzioni abbiamo il dovere di lavorare strenuamente a favore dei più deboli, garantendo a chiunque una vita dignitosa e ad un’assistenza sanitaria di eccellenza.
Lo stesso Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto è impegnato in prima persona a risolvere questa condizione.
Sono vicina a Maria Pia, Simona e Giulia, il mio impegno a favore della loro causa è massimo.
Ringrazio Vito Crea Presidente Adda e Componente Consulta Salute Mentale Asp di Reggio Calabria per avermi sottoposto il caso e per la vicinanza che sta attestando a Maria Pia e alla sua mamma.
Chiara Gemma Europarlamentare