Oggi il nostro cuore si spezza per la tragica perdita di Chiara Jaconis, una giovane donna che ha fatto della multiculturalità, del sorriso e della scoperta del mondo il suo mantra di vita da quanto mi è stato candidamente ed emozionalmente raccontato. Chiara aveva scelto di prolungare la sua permanenza a Napoli per assaporare ancora un po’ la bellezza di una città che voleva conoscere meglio, ma il destino, nella sua forma più crudele e ingiusta, l’ha strappata via a causa della negligenza, della sfortuna più cieca e del mancato rispetto delle regole. Un vaso, caduto per caso nei Quartieri Spagnoli, ha segnato la fine di una vita luminosa, piena di sogni, di abbracci e sorrisi ancora da condividere.
Chiara aveva ballato con tutti noi questa estate, qui nella Locride, terra a cui era profondamente legata, essendo figlia del nostro territorio e di una persona per bene. Era un’anima gentile, sempre pronta a costruire ponti tra culture, ad arricchirsi e arricchire gli altri con la sua curiosità e il suo amore per la vita da quanto ho avuto modo di apprendere ed informarmi grazie ad un amico. Morire così non ha senso, non può averlo e non lo avrà mai. Non esistono parole che possano alleviare il dolore di una famiglia che non vedrà più tornare a casa la propria figlia. La cosa più innaturale al mondo.
Ci resta solo una profonda tristezza, un vuoto che nulla potrà colmare. Ora chi di dovere deve agire, punire chi ha reso possibile una tale tragedia e rendere giustizia a Chiara e alla sua famiglia. Non possiamo permettere che la negligenza e l’indifferenza continuino a spezzare vite innocenti. Che il suo sorriso possa vivere nei ricordi di chi l’ha conosciuta, e che il suo viaggio verso la conoscenza non sia stato vano.
Scrivete, parlate, raccontatele le cose, abbiate il coraggio di esporvi perché solo così possiamo fare in modo che le cose non accadano più.
Ho preferito parlarne oggi perché Chiara e la sua famiglia fino ad oggi hanno lottato, alla fine della lotta resta solo la possibilità di chi racconta storie di vita di tramutare un urlo di dolore in parole che chiedono giustizia.
Stefano Muscatello profilo fb