R. e P.
Negli esempi,nei sacrifici,non può esistere un derby di genere, uomo/donna, ma gli ultimi giorni di cronaca ,se questo derby esistesse, assegnerebbero la vittoria alla nostra metà del cielo.
A parte quelle che tra Ucraina e Iran , giusto per segnare alcune latitudini, contestano, combattono, muoiono, per rendere libere e civili le loro patrie, segnalo la presenza nel nostro territorio di tre eroine che con coraggio ed inusitata determinazione, hanno affrontato pericolo e fatto del loro corpo scudo protettivo per altre vite.
Il primo esempio ci giunge da una autista di bus romana, Simona, che durante una corsa scorge all’interno del veicolo, un gruppo di bulli che insultano e spintonano un ragazzino con qualche fragilità, nell’indifferenza degli altri viaggiatori.
Simona,arresta la marcia del veicolo,e sorprendendo, bulli ed indifferenti, senza rivolgere parole a nessuno, prende il ragazzo e lo porta con sé accanto alla cabina di guida,sino alla fine della corsa , chiamando la madre del malcapitato ad andarlo a prendere alla fermata.
Il secondo, più triste finito in modo drammatico, riguarda le due amiche/ studentesse belghe uccise da un pirata della strada, ubriaco e drogato,,alle porte di Roma,mentre prestavano soccorso stradale a tre persone ferite poco prima.
Jessy e Wibe, avevano 24 e 25 anni e sogni e vita da realizzare. Per amore verso il prossimo e per ciò che rappresenta il sale della vita( la solidarietà) si sono immolate senza neanche accorgersene.
Chissà cosa avremmo fatto al posto di Simona, Jessy e Wibe? Lungo questo dubbio,mai sciolto e spesso eluso dalla convenienza e dall’egoismo,si consuma la vita e ,con essa ,la possibilità di costruire un mondo migliore.
Pino Mammoliti