Locri (Reggio Calabria). La lettura dei nomi delle vittime riconosciute di tutte le mafie ha scandito l’inizio della cerimonia con cui nello stadio comunale di Locri, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è nei fatti dato il via alle cerimonie per la XXII giornata nazionale della memiria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime della criminalità organizzata. Un lungo applauso ha accompagnato l’ingresso del Capo dello Stato. Una prima volta per la Locride, luogo simbolo della lotta alla ‘ndrangheta che ha visto scorrere il sangue anche di molte vittime innocenti, ad accogliere per la prima volta da quando è stato eletto presidente della Repubblica, lo stesso Mattarella, anche lui come il referente di Libera della Locride, Deborah Cartisano e tutti i presenti sul palco, accomunati dal fatto di aver avuto un parente ucciso dalla crudeltà delle mafie. “La sua presenza qui, Presidente, ci dà speranza. È il nostro portavoce di verità e giustizia” le parole della Cartisano. “Questa terra guarda a Lei con fiducia” le parole invece di saluto a nome delle Chiese calabresi e della Diocesi di Locri – Gerace che guida, di Monsignor Francesco Oliva. “Oggi con Lei diciamo – ancora Oliva – No alle mafie e No alla ‘Ndrangheta”.
” Le storie dei nostri cari compongono un pezzo della storia del nostro Paese” la testimonianza di Daniela Marcone, familiare di vittima innocente di mafia e referente nazionale per essi di Libera.
“Voi lo sapete che è tanto faticoso e doloroso ripetere questo elenco interminabile – ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera -, che non è neanche tutto, perché si aggiungono sempre nomi che non conoscevamo. Ma è anche bello che i presidente sia qui con noi”.
“Un elenco doloroso e istruttivo. Memoria e impegno si incontrano, ognuno a una sua storia. Gente che non si è piegata alla sopraffazione” ha detto poi nel prendere la parola il Capo dello Stato. “Molte sono le vittime innocenti, ci sono anche donne e bambini. A testimonianza del fatto che la mafia non guarda in faccia a nessuno”.

Francesco Chindemi