Si è costituito ieri al carcere di Locri Antonio Femia, la mente della banda bloccata con l’operazione Piscadores in grado di “bucare” i sistemi di protezione di diversi istituti di credito, appropriandosi di codici e pin che permettevano loro di accedere ai conti di ignari correntisti, autorizzando transazioni e bonifici su conti costruiti ad hoc e poi svuotati. In questo modo, la banda avrebbe accumulato oltre un milione di euro, rimanendo comodamente seduta dietro ai propri computer.
La banda utilizzava sempre lo stesso metodo. Acquisito il codice d’accesso o il pin di un correntista grazie alla complicità di personale interno alle banche o alle perizie di alcuni tecnici informatici, accedevano al conto online di un ignaro correntista, autorizzando trasferimenti e bonifici su conti aperti ad hoc, intestati a persone inesistenti, ma in realtà riconducibili ai membri della banda. Un’operazione “pulita” che nel sistema non lasciava traccia alcuna, se non la registrazione di un’inusuale, ma formalmente regolare, operazione del titolare del conto.
Latitante dall’aprile 2016, Femia deve rispondere di una serie pressoché infinita di episodi di truffa, riciclaggio, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso o sistemi informatici o telematici, falsità in scrittura privata, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.

fonte: corrieredellacalabria.it