In primo grado il pm di Locri aveva concluso con la pesante richiesta a 14 anni e 9 mesi di reclusione, con il giudice che aveva condannato l’imputato alla pena totale di 6 anni e 3 mesi di reclusione. In appello è arrivato uno sconto di pena al presunto incendiario di Mammola. Nei giorni scorsi, infatti, la Corte di appello di Reggio Calabria, in parziale riforma della sentenza emessa dal tribunale di Locri nel luglio del 2017, ha assolto il 25enne N.S. residente a Mammola da quattro capi di imputazione relativi alle ipotesi di incendio e danneggiamento aggravato rideterminando la pena complessiva “in 2 anni e 6 mesi di reclusione e 2 mesi di arresto”. La corte ha revocato l’interdizione dell’imputato dai pubblici uffici ed ha dichiarato la cessazione di efficacia della misura cautelare posta a carico del 25enne, del quale ha ordinato l’immediata scarcerazione. Hanno proposto ricorso in appello gli avvocati Angelo Francesco Macrì e Francesco Siclari, che hanno chiesto l’assoluzione del proprio assistito sulla scorta di una serie di documenti a discarico, che riguardano anche la collocazione spazio temporale del 25enne allorquando si verificavano alcuni degli incendi oggetto del processo. In particolare, quelli ristretti nell’arco temporale risalente al marzo del 2016, che corrispondono all’incendio ai danni di due esercizi commerciali di Mammola, di un portone di un’abitazione privata e del danneggiamento di una moto ape.
lr
nella foto sotto l’avvocato Angelo Francesco Macrì