L’Europa, il Mediterraneo, il porto di Gioia Tauro e il connesso scenario del Mezzogiorno sono stati gli argomenti posti al centro della lectio magistralis tenuta dal professor Romano Prodi, nel cinema “Vittoria” di Locri. Una conferenza, quella del già Presidente della Commissione europea e Presidente del Consiglio dei ministri, preceduta dalla visita nel cimitero della città alla tomba di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale assassinato dalla ‘ndrangheta il 16 ottobre del 2005, per un momento di preghiera alla presenza del vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva.
L’evento ha fatto registrare una larghissima partecipazione di rappresentanze istituzionali e di pubblico. Già ieri sera, l’arrivo all’aeroporto di Lamezia Terme ha visto una folla raccogliersi attorno a Prodi, accolto dall’ex presidente della Regione Agazio Loiero.
La conferenza è stata aperta dai saluti del sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, dell’onorevole Maria Grazia Laganà e del direttore editoriale de “Il Velino”, Paolo Pollichieni.
Il primo cittadino locrese ha ringraziato Prodi per la sua presenza e ha colto l’occasione per sottolineare la gravità della situazione in cui versa oggi il territorio jonico: “I problemi sociali ed economici e soprattutto la condizione di isolamento con cui siamo costretti a fare i conti sono gravissimi. Abbiamo bisogno di voci autorevoli che contribuiscano a restituire attenzione a questa nostra terra, nel solco dell’impegno e dell’esempio di Francesco Fortugno”.
“Se è vero che gli amici veri li trovi al tuo fianco nei momenti di bisogno – ha detto Maria Grazia Laganà Fortugno – il presidente Romano Prodi è stato e rimane amico vero della mia famiglia, dei miei figli e anche di quei calabresi, tantissimi, che non hanno mai smesso di sperare e di lottare per la loro terra. La ‘ndrangheta, come le altre organizzazioni mafiose ma in maniera ancora più sottile, abbatte gli ostacoli ricorrendo alla delegittimazione oppure all’eliminazione fisica. Nel nostro caso ha utilizzato entrambe le opzioni. E’ riuscita però solo nella eliminazione fisica – ha concluso la vedova Fortugno – fallendo nel tentativo di infangare la vittima perché autorevoli personalità lo hanno impedito. Romano Prodi, è stato tra queste”.
Ricordando la lunga e prestigiosa carriera politica e istituzionale di Prodi, il direttore de “Il Velino”, Paolo Pollichieni, ha ricordato l’impegno del Professore nella sua veste di capo del Governo, per il rilancio di Gioia Tauro. “In questi anni però – ha sottolineato Pollichieni – troppe occasioni sono andate perdute. Come ribadito da Prodi anche in diversi interventi sulla stampa nazionale, un porto dotato delle migliori tecnologie deve necessariamente dare vita anche alle attività di trasformazione per uno scalo che è l’ideale punto di congiungimento tra l’oriente e il mercato europeo”.
Nel segno del ricordo del vicepresidente del Consiglio regionale, si è aperta la lectio magistralis di Romano Prodi. “E’ impossibile per me – ha detto il Professore – dimenticare quel 16 ottobre del 2005. Mi trovavo a Roma, all’ambasciata brasiliana con l’allora Presidente Lula e fu per me davvero una notizia sconvolgente. Oggi è doveroso ricordare Fortugno per rinsaldare il senso di comunità e giustizia profondamente violati dieci anni fa”.
Sul Mezzogiorno, poi, Prodi ha parlato dell’incidenza della crisi economica che “al Sud è nettamente più forte che nel resto d’Italia. La politica regionale ha messo a disposizione parecchi fondi che, tuttavia, sono stati in larga parte inutilizzati. O si stabilisce una strategia comune tra l’Italia e il Sud o lo sviluppo del Mezzogiorno tarderà ancora a lungo”.
Fondamentale secondo il Professore è il recupero della “capacità di mediazione in politica estera a livello europeo. Lo dimostra il caso della Siria e lo stesso scenario libico. Da ciò derivano anche i problemi dell’immigrazione che prima venivano concertati con i vari interlocutori in modo più incisivo”.
Il Professor Prodi si è detto, inoltre, possibilista sulle prospettive di rilancio del porto di Gioia Tauro. “C’è ancora spazio per questo importante scalo, ma bisogna saperlo conquistare. I problemi non sono solo di carattere tecnico o infrastrutturale. Esiste, purtroppo, un controllo sociale sviluppatosi intorno al porto che ha allontanato gli investitori esteri. Ricordo i colloqui con i giapponesi che andarono via atterriti proprio per questo fattore. Più in generale – ha poi concluso Prodi – è necessario che il Mediterraneo torni al centro dell’agenda politica europea e che l’Europa, a sua volta, ritrovi al più presto una politica estera unitaria”.