Ammonta a quasi 110 anni di carcere la richiesta complessiva di pena avanzata ieri dal pm Antonella Crisafulli nei confronti dei 23 imputati finiti al centro del procedimento scaturito dall’operazione denominata “Entourage”.
L’accusa è, a vario titolo, la presunta associazione per delinquere finalizzata a commettere reati di turbativa d’asta, illecita concorrenza nel settore edile, falso materiale e ideologico ed altro ancora. La Locride sarebbero stata scenario di una falsificazione di documenti ad opera di imprese facenti parte del sodalizio criminale che partecipava alle gare che venivano aperte nella provincia di Reggio Calabria. Si sono costituiti parte civile del processo: il Comune di Reggio Calabria, la Regione e la provincia reggina.
L’inchiesta “Entourage”, all’esito dell’indagine della Dia coordinata dalla Dda di Reggio Calabria nel novembre del 2010, mise in luce un presunto cartello di imprese in grado di ottenere l’appalto nei lavori pubblici banditi nella provincia reggina, predisponendo a tavolino le offerte, in modo da preordinare il nome della ditta vincitrice. Dalla ricostruzione eseguita sarebbe emerso, inoltre, il ruolo strategico di alcuni personaggi che conoscevano bene i meccanismi della normativa in materia di pubblici incanti. Nella rete erano finiti anche 30 professionisti, nei confronti dei quali era stata disposta la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo, per due mesi, di esercitare attività professionali o imprenditoriali nel settore dell’edilizia.

ALESSANDRA BEVILACQUA|redazione@telemia.it