La presentazione del libro, patrocinata da AIGA Sezione di Locri, avrà luogo presso il Tribunale di Locri (aula Collegio).
L’evento è accreditato per la formazione continua degli avvocati.
Registrazione dei partecipanti dalle ore 16 alle ore 16.30

A Lumache, in Calabria Ultra, si tengono le elezioni comunali di fine millennio. L’Architetto, un brillante e carismatico outsider progressista di sinistra, promette anche l’impossibile nei suoi occulti giri serali casa per casa, stringendo alleanze ai limiti del proibito per battere i suoi avversari e conquistare l’ambita poltrona di primo cittadino. Attorno e dietro di lui, in un tragicomico megaminimondo umettato dal mar Jonio, ruota una girandola di personaggi tra i quali: l’ermetico don Ciccio Masiero, ciabattino e capo Società vecchio stampo; la veemente avvocatessa Ferrari, aspirante vicesindaco che non si fa scrupoli a strappargli notti infuocate; il panzuto barbone Caniggjhia,avvolto da una nauseabonda nube tossica quanto misteriosa; il cocciuto brigadiere Aiello, rriggitanu ‘nto sangu e insofferente alle regole, a cui non piace lasciare insoluti gli enigmi; la ricca e prosperosa nobilotta donna Luciana, mecenate indomita con un debole particolare per i giovani talenti; l’iracondo don Pepè, gestore del caffé del Corso e inguaribile fascistone, ossessionato da un segreto desiderio di vendetta; la conturbante tabaccaia Daniela, rimasta immaturamente vedova, perseguitata da un anonimo e fantasioso ammiratore.
All’Architetto non mancano però le spine nei fianchi: Antonio Maresca, un giovane giornalista che non perde occasione per discreditarlo sul giornale locale “La Frontiera”; il gaudente avvocato Gnisci, suo rivale politico, che insieme con il fantomatico e senza scrupoli dottor Hics tramano ai suoi danni, protetti da un’oscurità “illuminata”. Ma a dominare la scena di Lumache sono le vave: quelle bave biancastre e appiccicose che si formano ai lati della bocca di chi apre la gargia per vantare e lodare se stesso, o per rosicamento, invidia, malignità. Fatte della stessa materia nebulosa dei sogni, le vave rappresentano l’inossidabile falsità nascosta in un qualsiasi concentrato umano di carne e spirito, e ne sintetizzano il tanto vero quanto bugiardo genius loci. E dunque, benvenuti a Lumache: il paese delle vave.
Lumache è un paese acchiocciolato su sè stesso, un orto dove ognuno coltiva le sue ossessioni seppellite con cura e alimentate dalle vave. Qui il tempo è come un grande imbuto nero dove si scivola piano verso un oblio indistinto, sbavando molli spirali prima di scomparire. Ritratti a tinte forti di un gotico calabrese, i suoi abitanti vi faranno ridere, commuovere, ma soprattutto pensare, perchè sono tra di noi. Benvenuti a Lumache: il paese delle vave.