Il vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva, il giorno di Natale ha aperto la Porta Santa del Giubileo della Misericordia nella casa circondariale di Locri, dove poi ha celebrato la Santa Messa trasmessa integralmente in diretta dall’emittente roccellese Telemia diretta da Giuseppe Mazzaferro, con la conduzione di Antonio Tassone, Pino Carella e Anna Maria Implatini.  “Questo luogo di reclusione – ha detto il presule – non è una ‘città abbandonata’. La luce di Dio può splendere anche in questo luogo. Aprite le porte della vostra vita, accogliete il Dio della Vita: viene il Signore Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi. Lasciate che egli metta ordine dentro di voi. Oggi è Natale, Dio vuole farsi vedere ed incontrare da ciascuno di noi, da te, che hai nel cuore pensieri contrastanti, da te che speri quanto prima di recuperare la libertà e la gioia di vivere, da te che desideri ritornare nella tua famiglia, da te che senti il peso del male fatto e non sai come liberartene. Abbiamo oggi attraversato la Porta Santa. Non si è trattato di un atto devozionale, quanto del desiderio ed impegno di andare oltre la vita passata, rinnegare le scelte sbagliate, purificare il proprio cuore e la propria vita da ogni proposito di male e di vendetta. Chi può dire di non avere mai sbagliato o di non aver mai fatto alcun male o torto a nessuno? Chi può mai dire di non aver peccato? Nessuno, neanch’io. Ed allora affidiamoci alla bontà del Padre e chiediamo a Lui che ci apra le porte della misericordia in modo da poter essere liberi dal male”. “Tutti – ha proseguito il presule – abbiamo bisogno di perdonare e di essere perdonati. Gesù chiede di perdonare, di essere strumenti del perdono, ‘perché noi per prima lo abbiamo ottenuto da Dio’. Chiunque è chiamato a scontare una pena, qualunque essa sia, ha bisogno di passare attraverso questa porta santa. Anzitutto ha bisogno di perdonare chi in qualunque modo gli ha fatto del male. Deve perdonare chi lo ha iniziato al crimine, chi gli ha fatto del male attraverso qualunque tipo di accusa, specie se ingiusta, chi ha approfittato di lui e delle sue debolezze, chi non gli ha dato nessun aiuto per uscire fuori dalla via del malaffare, della delinquenza e del crimine, chi lo ha corrotto e poi l’ha abbandonato e non si è più curato di lui, chi non gli ha dato buon esempio e non lo ha illuminato sugli errori che stava commettendo. Ciascun detenuto ha bisogno di essere perdonato. Ma deve chiedere sinceramente perdono alle persone alle quali in qualunque modo ha fatto del male; deve chiedere perdono per le tante lacrime e sofferenze che ha cagionato, per il sangue innocente e per l’odio che ha seminato, deve chiedere perdono alla sua famiglia per non aver saputo offrire ad essa il giusto sostegno, deve chiedere perdono alla comunità per non aver rispettato la legge della vita sociale. Occorre abbandonare la via del male che porta solo tristezza e fallimento”.

Oliva