La Corte dei Conti ha “bocciato” l’ennesimo piano di riequilibrio finanziario pluriennale presentato dal Comune di Locri ritenendolo non attendibile e congruo ai fini del risanamento dell’Ente.
In parole povere vuol dire che il nostro Ente è decotto e – salvo spendere altri 30mila euro per incaricare un avvocato che presenti l’ennesimo ricorso e faccia guadagnare altri 3/4 mesi – dovrà essere dichiarato il dissesto finanziario dell’Ente (per i non addetti ai lavori il dissesto finanziario per gli enti pubblici è l’equivalente di una sentenza di fallimento per un’azienda).
Sarebbe, quindi, naturale e troppo facile gonfiare oggi il petto e urlare che è stato certificato quello che dai banchi dell’opposizione diciamo da quasi 4 anni; ma in questo momento, accanto all’inequivocabile dato politico che vede sconfessate le politiche di governo cittadino, prevale l’amara constatazione che la nostra Città è in ginocchio a causa del fallimento dell’amministrazione Calabrese che, al di là di qualche operazione commerciale mascherata da evento pubblico, ha generato solo effetti negativi per l’Ente e la nostra comunità.
Adesso i nostri “eroi” diranno che la Corte dei Conti ha sbagliato ad interpretare una norma, che la situazione dell’Ente non è così preoccupante, che loro hanno ereditato una situazione pesante e che i debiti arrivano da lontano ecc. ecc.: diranno, insomma, che non è certo colpa loro. Non dimentichiamo però alcuni dati certi: da una parte, che l’attuale diarchia Calabrese-Sainato è stata al governo della Città per 9 degli ultimi 11 anni (gli attuali 4 più i 5 dell’amministrazione Macrì) e, dall’altra, che in questi ultimi 4 anni non hanno fatto altro che dire che la situazione dell’Ente non è così grave e che comunque loro avrebbero risolto ogni problema. Con le aggravanti che l’odierna pronuncia arriva allo scadere di quattro anni di loro tentativi di “risanamento” e che in questo periodo lo Stato è intervenuto con massicce iniezioni di liquidità (per Locri circa 10 milioni di euro) ed importanti interventi legislativi in favore dei Comuni.
Oggi ogni cittadino dovrebbe mettere a confronto le dichiarazioni entusiastiche rese da sindaco e vicesindaco fino a poche settimane fa in merito all’avvenuto risanamento delle finanze cittadine, con le pesanti valutazioni operate dalla Corte dei Conti di Catanzaro con la delibera n. 13 del 22/2/2017. Ma lo stesso cittadino si indispettirebbe subito e abbandonerebbe la lettura dopo poche righe perché si renderebbe conto che, a fronte di tariffe tributarie alle stelle, i servizi erogati dal Comune sono del tutto insufficienti:
– ricorderebbe che il nostro è l’unico paese della zona a non avere un servizio di raccolta differenziata;
– che le strade cittadine sono sporche, piene di buche e con i marciapiedi dissestati o insozzati dalle deiezioni animali;
– che la mensa scolastica manca da tre anni e le nostre scuole sono gelide;
– che le opere pubbliche già finanziate (peraltro da altre Amministrazioni) sono ferme da anni nonostante le rassicurazioni sindacali (vedi, per esempio, il Teatro ex mattatoio ed il teatro all’aperto di Moschetta);
– che non si è stati in grado di rifare i marciapiedi del Corso Vittorio Emanuele i cui lavori sono stati immediatamente bloccati dalla Soprintendenza per manifeste incapacità progettuali;
– che non si è in grado di predisporre un bando pubblico per l’avviamento del servizio di Bike Sharing facendo finalmente utilizzare alla cittadinanza le biciclette elettriche che si stanno arrugginendo in qualche deposito comunale;
– che all’interno degli Uffici comunali lavora una classe operaia e impiegatizia demotivata, non formata e impossibilitata ad affrontare le competenze amministrative oggi richieste anche perchè devastata dai prepensionamenti selvaggi, scelti per salvare qualche posto di lavoro a scapito dei bisogni effettivi dell’Ente.
Crediamo non sia il caso in questo momento di continuare ad elencare i fallimenti di quest’Amministrazione che ha tradito le aspettative dei tantissimi che l’avevano scelta per risolvere i problemi che attanagliano la nostra Città.
Vi lasciamo con l’immagine dei ruderi di palazzo Vacca, all’incrocio tra il Corso Vittorio Emanuele e la via Garibaldi, che sono ancora tali a distanza di oltre due anni dal trionfale inizio dei lavori di demolizione: crediamo che quest’immagine possa essere considerata l’emblema della capacità politica dei nostri attuali amministratori comunali.
Il gruppo consiliare “Impegno e Trasparenza – P.D.”