La nostra scuola  si trova a vivere una situazione di grande disagio per la carenza di aule.

Ben undici  classi, infatti, non hanno uno spazio autonomo e dal 16 settembre la  scuola si è vista costretta ad abolire il sabato libero per tutti e ad attuare un orario con il giorno libero alternato.

Nell’ultimo triennio il nostro Liceo ha registrato un notevole  incremento della  popolazione  scolastica passando da  869  alunni  a  circa  1140, come sopra evidenziato, per un totale di 50 classi.

La capienza massima della struttura sita in Corso Matteotti, 23, è pari a 38 aule.

Se a ciò si aggiunge che dovrebbero iniziare lavori di prevenzione e messa in sicurezza in varie  parti dello stabile da parte della Città Metropolitana e che dovranno, necessariamente, essere effettuati  in  assenza  di  alunni, si  comprende  che  verranno  ridotti ulteriormente gli spazi disponibili.

Nell’anno scolastico 2018/19,per sopperire alla mancanza di locali e arredi è stato attivato il progetto DADA, che prevedeva la rotazione delle classi ogni ora, con l’utilizzo forzato di tutti gli spazi disponibili: biblioteca, palestra, laboratori e aule tematiche. L’ulteriore aumento delle classi per l’anno scolastico 2019/20 non ha permesso, però, la continuazione del progetto.

La situazione è stata  più  volte  segnalata  al  sindaco  della  città  di  Locri,  al  sindaco metropolitano e  al  consigliere delegato, i  quali  hanno  provveduto ad  attivare dei  tavoli  tecnici  ai  quali  hanno  preso  parte  i dirigenti scolastici degli Istituti Superiori di Locri e Siderno e i Dirigenti dei Settori di riferimento della Città Metropolitana di  RC.

Nonostante la disponibilità resa da dette  Istituzioni,  il  problema  persiste  nella  sua elevatissima criticità e non è stata trovata, ad oggi, una soluzione.

Al fine di evitare che al suono della prima campanella circa 300 alunni si ritrovassero senza aule, privati del diritto allo studio (costituzionalmente garantito), con conseguente  disagio  anche  per  le  famiglie, la scuola ha attuato la settimana corta con il giorno libero alternato per alunni e docenti (non tutte le classi
saranno libere il sabato, come in passato, ma un giorno della settimana, a turno).

Tale situazione doveva sbloccarsi nel mese di ottobre quando, in seguito al trasferimento presso una nuova sede di un’altra istituzione scolastica, si dovevano liberare delle aule da destinare al nostro Liceo. Per il protrarsi dei lavori tale trasferimento è stato rinviato a dicembre, ora siamo arrivati a gennaio e di aule non si parla ancora.

Questa situazione pregiudica il normale svolgimento delle lezioni in quanto costringe alcuni alunni a svolgere lezione nei laboratori e quindi a trascorrere sei ore in una posizione scomoda e dannosa per la salute e preclude agli altri  la possibilità di fare approfondimenti linguistici e multimediali, come previsto dalla programmazione dei docenti.

Le attività extracurriculari, i progetti PON, le attività di recupero e di preparazione per il conseguimento delle certificazioni che in passato si svolgevano il sabato mattina, quando questo era libero per tutti, ora si possono svolgere solo di pomeriggio impedendo ai pendolari la frequenza.

La scuola si è vista costretta a non svolgere, per quanto concerne le iscrizioni all’anno scolastico 2019/20, alcuna attività di orientamento e il Consiglio d’Istituto ha deliberato un tetto massimo di iscrizioni pari a 150 alunni (lo stesso numero degli studenti uscenti).

Per  sensibilizzare le autorità competenti e la cittadinanza tutta, con l’appoggio dei nostri genitori, anch’essi delusi dalle tante promesse non mantenute, abbiamo organizzato per sabato 18 gennaio p.v. alle ore 9:00, una grande manifestazione con un corteo che partirà dalla nostra scuola e arriverà a piazza Nassirya.

Con tale protesta vogliamo evidenziare quanto forte sia il disagio che stiamo vivendo e il nostro dissenso nei confronti di quanti preposti a garantire la sicurezza, la salute ed il benessere di noi studenti, in realtà, si stanno letteralmente disinteressando  di quanto sta vivendo il “Mazzini” di Locri.

Non chiediamo più di quanto dovrebbe esserci garantito.

Se non avremo risposte adeguate,  l’azione di protesta proseguirà ad oltranza.

lentelocale.it